sabato 4 giugno 2022

Incontro del 1° Giugno : Visita alla Città di Prato

Qua il resoconto  della visita di Massimo

Foto 1

 

Seguendo il programma stilato per questa gita a Prato, la prima tappa è la chiesa di San Domenico: davanti alla facciata, foto di gruppo dei partecipanti (Foto 01) scattata da me qui scrivente. La chiesa è d’origine tardo romanica (1283), secondo lo stile importato da Pisa e Lucca; ha l’interno completamente rifatto in forme barocche leggere (Foto 02) da Baccio del Bianco (1647); conserva ai suoi altari dipinti di Niccolò Gerini, del Poppi, di Pier Dandini e di Camillo Sacrestani, dunque autori dal XIV al XVII secolo.

 

Foto 2

Dopo la chiesa domenicana, visita alla chiesa di San Francesco, fondata attorno al 1290, che si erge nella ridente omonima piazza (Foto 03). La facciata tipica dal paramento a fasce orizzontati bianche e verdi, termina con il timpano della fine ‘400, forse dovuto a Giuliano da Sangallo; l’interno (Foto 04), ampio ad aula unica, conserva ancora le sue forme d’origine, con tetto a capriate in vista. Al suo interno ospita la lastra tombale a pavimento del celebre mercante pratese Francesco di Marco Datini e la tomba di Gemignano Inghirami (+1460), mecenate, giureconsulto e prelato pratese, attribuibile a Bernardo Rossellino.

Foto 3

 

Foto 4

Proseguendo sul fianco della suddetta chiesa, in pochi passi abbiamo raggiunto una delle piazze più scenografiche di Prato: piazza Santa Maria delle Carceri (Foto 05), dominata dal famoso Castello dell’Imperatore (costruito attorno al 1248 per Federico II di Svevia) e dalla rinascimentale chiesa da cui prende nome la piazza, capolavoro architettonico di Giuliano da Sangallo, innalzata sul finire del XV secolo, a pianta centrale (croce greca), purtroppo dal paramento marmoreo non completato.

Foto 5

Ancora pochi passi e siamo entrati nella Piazza del Comune (Foto 06), delimitata su due lati dal porticato del Municipio al quale si oppone il medievale Palazzo Pretorio (Foto 07) di imponente mole, che ospita, appunto, il Museo del Palazzo Pretorio (un tempo noto come Galleria Comunale): museo importante per le sue collezioni e doverosa tappa del nostro tour.

 

Foto 6

Foto 7

Nel Museo le opere sono ordinate seguendo il criterio cronologico e vanno dal XIII al XIX secolo, con un percorso che si sviluppa sui tre piani dell’edificio; cominciando da Bernardo Daddi, del quale è la predella con “Storie della Sacra Cintola” (Foto 08), troviamo poi opere di Giovanni da Milano, Lorenzo Monaco, Filippo e Filippino Lippi, il Poppi, Alessandro Allori e del vasariano Santi di Tito, poi del Battistello Caracciolo e Cecco Bravo, fino ai gessi dell’ottocentesco neo-classico scultore Lorenzo Bartolini. Il Museo, come lo vediamo oggi, è frutto degli allestimenti messi in atto nel 1998, sfruttando anche sale architettonicamente imponenti (Foto 09 e Foto 10). Saliti, infine, sulla terrazza che sovrasta l’edificio, abbiamo potuto godere di un ampio panorama della città e dei suoi colli (Foto 11).

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Foto 9


 

Foto 10


Foto 11

Con questa visita museale abbiamo concluso il programma previsto per la mattina, ovvero quella parte che richiede maggiori spostamenti, e prima di lasciare il Museo, altra foto di gruppo (Foto 12) scattataci da una gentile impiegata.

 

Foto 12

 L’area tra la Piazza del Comune e la Piazza del Duomo offre al visitatore molte scorci caratteristici, suggestivi, come la via del Pesce (Foto 13) col suo bel portico.

Foto 13

 Dopo la necessaria pausa pranzo, effettuata in un ristorante di Via dell’Accademia, nei pressi del Duomo, il gruppo ha proseguito la visita come da programma (sia pure con qualche partecipante in meno, per impegni pomeridiani di alcuni):  Piazza del Duomo, la Cattedrale e il Museo dell’Opera del Duomo.

 La piazza suddetta, ampia, un tempo adibita anche ad una sorta di calcio in costume fino XVIII secolo, si sviluppa davanti alla cattedrale e lungo il suo fianco destro. Purtroppo i necessari restauri in corso alla facciata del duomo e al suo fianco destro ci hanno tolto quella bella visione che questo monumento ci offre dalla piazza.

 La cattedrale sorge sul luogo dove già dal V secolo era una pieve dedicata a Santo Stefano, della quale ha conservato la dedicazione; l’edificio attuale, dalla facciata tardo-gotica dal tipico paramento a fasce chiare e scure, conserva l’interno romanico, ampio ed elegante (Foto 14) al quale fu aggiunto alla metà del XIV secolo, ad opera di Nicola Pisano, il gotico presbiterio (Foto 15) composto da cinque cappelle; in esse troviamo cicli pittorici ad affresco che rappresentano un vero tesoro dell’arte, come la Cappella dell’Assunta affrescata da Paolo Uccello e terminata da Andrea di Giusto in cui sono le “Storie della Vergine e di Santo Stefano”. Ancora, la cappella maggiore, il cui coro Filippo Lippi decorò completamente con le “Storie di Santo Stefano e di San Giovanni Battista”, celeberrimo ciclo di affreschi rinascimentale già preludio dei più recenti Ghirlandaio e Botticelli: di quest’ultimo sembra vedere una sua opera nel dettaglio della Danza di Salomè (Foto 16) nella scena del “Banchetto di Erode”.

Foto 14

 

Foto 15

Foto 16

La storia mistica, religiosa, di Prato è molto legata alla preziosa reliquia del Sacro Cingolo, popolarmente detta anche la Sacra Cintola (la cintura che la Vergine Maria, all’Assunzione in Cielo, donò all’apostolo San Tommaso) che fu portata a Prato dal pellegrino Michele, nel 1141, ma solo in punto di morte, nel 1172, la donò al Proposto della Pieve di Santo Stefano (poi divenuta Cattedrale, come detto sopra). La custodia di questa Santissima reliquia all’interno del Duomo è nella Cappella della Sacra Cintola (Foto 17), affrescata da Agnolo Gaddi con “Storie della Vergine e della Sacra Cintola” (1392-1395), recintata su due lati da una splendida cancellata in bronzo (1438-68) su disegno di Maso di Bartolomeo, con quadrilobi e fregi naturalistici.

 

Foto 17

L’ostensione di questa reliquia viene effettuata dal balcone interno della facciata della cattedrale e dal pulpito esterno (1428-38) del Donatello e Michelozzo; ancora oggi la cerimonia è effettuata cinque volte all’anno: per Natale, Pasqua, 1° maggio, 15 agosto e 8 settembre.

Dopo decenni di lavori, il Museo dell’Opera del Duomo ci offre anch’esso la fruizione di suggestivi ambienti, quali il sotterraneo (Foto 18) corrispondente al sovrastante transetto del Duomo, il chiostro interno della canonica (Foto 19), nonché le esposizioni archeologiche e statuarie più moderne, quali le formelle originali donatelliane (Foto 20) del parapetto del Pulpito esterno della cattedrale (per l’ostensione della Sacra Cintola); notevole anche la raccolta di quadri provenienti, prevalentemente, da soppressi luoghi di culto della Diocesi pratese, come la pala di Filippo Lippi con “Esequie di San Girolamo” (Foto 21).

Foto 18

 

Foto 19


Foto 20

Foto 21

Per tornare verso la Stazione F.S., per una breve deviazione, siamo passati da un altro ridente luogo: Piazza Sant’Agostino (Foto 22) dove si erge l’omonima chiesa, romanica (danneggiata nella parte absidale dai bombardamenti del 1944, poi ripristinata); interno luminoso dalle singolari colonne in mattoni (Foto 23). Alle pareti sono apposti gli altari, come dettato dalla Controriforma, con belle pale dell’Empoli, Lorenzo Lippi e G. B. Naldini, quindi dal XVI al XVII secolo.

 

Foto 22

Foto 23

 Sì, senza alcun dubbio, per me visitare Prato dopo quasi mezzo secolo dall’ultima volta che l’ho vista, mi ha fatto una buonissima impressione, anche a dispetto dei molti restauri in corso, inevitabili per la conservazione dei nostri tesori.

 Il filmato del Cocchi saprà meglio descrivere la buona impressione e il senso di soddisfazione percepiti, credo, da tutti in questa visita turistica di fine primavera.

Qua il solito bel filmato di Mauro (Cocchi)

Soliti, veramente dovuti, ringraziamenti a Massimo e Mauro (Cocchi) per il loro lavoro.

Per chi non l'avesse fatto, ricordo che è ancora in tempo per prenotare la visita al Museo delle Officine Galileo prevista per il  14 Giugno.

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Eugenio ha riprogrammato la visita allo Ximeniano

3 commenti:

carlo greco ha detto...

Massimo, dopo il tuo istruttivo impegno come Cicerone, che mi ha fatto rivalutare alquanto dal lato artistico la industriale e laboriosa città di Prato, vedo che il tuo dettagliato resoconto sul Blog può senz'altro considerarsi come una ulteriore, dettagliata Guida, da affiancarsi alle tue numerose precedenti.
Grazie per l’impegno.
Alla prossima
Carlo

Massimo Pinzauti ha detto...

Grazie Carlo,
temevo di aver fatto una recensione un po' troppo lunga, ma se penso a quanti tesori abbiamo visto....mi fa pensare che è poca cosa.

Gigi Mina ha detto...

Anche se non ero presente alla visita a Prato....leggendo la recensione di Massimo,guardando le foto e il filmato del nostro regista è come esserci stato!!! manca il pranzo ma con un pò di fantasia ho fatto anche quello.
Oltre a Massimo e al nostro regista un ringraziamento come sempre al gestere del Blog ...il nostro Mauro Cappelli ...il gestore della nostra TV..

Sarò presente ai due prossimi incontri programmati...Osservatorio Ximeniano e Museo Galileo
(come sempre ..salvo imprevisti)
Saluti a tutti da Gigi