Qua il resoconto della visita di Massimo
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Foto 1
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Seguendo il programma stilato
per questa gita a Prato, la prima tappa è la chiesa di San Domenico: davanti
alla facciata, foto di gruppo dei partecipanti (Foto 01) scattata da me qui
scrivente. La chiesa è d’origine tardo romanica (1283), secondo lo stile
importato da Pisa e Lucca; ha l’interno completamente rifatto in forme barocche
leggere (Foto 02) da Baccio del Bianco (1647); conserva ai suoi altari dipinti
di Niccolò Gerini, del Poppi, di Pier Dandini e di Camillo Sacrestani, dunque
autori dal XIV al XVII secolo.
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Foto 2 |
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Dopo la chiesa domenicana,
visita alla chiesa di San Francesco, fondata attorno al 1290, che si erge nella
ridente omonima piazza (Foto 03). La facciata tipica dal paramento a fasce
orizzontati bianche e verdi, termina con il timpano della fine ‘400, forse
dovuto a Giuliano da Sangallo; l’interno (Foto 04), ampio ad aula unica,
conserva ancora le sue forme d’origine, con tetto a capriate in vista. Al suo
interno ospita la lastra tombale a pavimento del celebre mercante pratese
Francesco di Marco Datini e la tomba di Gemignano Inghirami (+1460), mecenate,
giureconsulto e prelato pratese, attribuibile a Bernardo Rossellino.
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Foto 3
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Foto 4
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Proseguendo sul fianco della
suddetta chiesa, in pochi passi abbiamo raggiunto una delle piazze più
scenografiche di Prato: piazza Santa Maria delle Carceri (Foto 05), dominata
dal famoso Castello dell’Imperatore (costruito attorno al 1248 per Federico II
di Svevia) e dalla rinascimentale chiesa da cui prende nome la piazza,
capolavoro architettonico di Giuliano da Sangallo, innalzata sul finire del XV
secolo, a pianta centrale (croce greca), purtroppo dal paramento marmoreo non
completato.
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Foto 5
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Ancora pochi passi e siamo
entrati nella Piazza del Comune (Foto 06), delimitata su due lati dal porticato
del Municipio al quale si oppone il medievale Palazzo Pretorio (Foto 07) di
imponente mole, che ospita, appunto, il Museo del Palazzo Pretorio (un tempo
noto come Galleria Comunale): museo importante per le sue collezioni e doverosa
tappa del nostro tour.
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Foto 6
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Foto 7 |
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Nel Museo le opere sono ordinate
seguendo il criterio cronologico e vanno dal XIII al XIX secolo, con un
percorso che si sviluppa sui tre piani dell’edificio; cominciando da Bernardo
Daddi, del quale è la predella con “Storie della Sacra Cintola” (Foto 08),
troviamo poi opere di Giovanni da Milano, Lorenzo Monaco, Filippo e Filippino
Lippi, il Poppi, Alessandro Allori e del vasariano Santi di Tito, poi del
Battistello Caracciolo e Cecco Bravo, fino ai gessi dell’ottocentesco
neo-classico scultore Lorenzo Bartolini. Il Museo, come lo vediamo oggi, è
frutto degli allestimenti messi in atto nel 1998, sfruttando anche sale
architettonicamente imponenti (Foto 09 e Foto 10). Saliti, infine, sulla
terrazza che sovrasta l’edificio, abbiamo potuto godere di un ampio panorama
della città e dei suoi colli (Foto 11).
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Foto 8
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Foto 9
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Foto 10
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Foto 11
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Con questa visita museale
abbiamo concluso il programma previsto per la mattina, ovvero quella parte che
richiede maggiori spostamenti, e prima di lasciare il Museo, altra foto di
gruppo (Foto 12) scattataci da una gentile impiegata.
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Foto 12
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L’area tra la Piazza del
Comune e la Piazza del Duomo offre al visitatore molte scorci caratteristici,
suggestivi, come la via del Pesce (Foto 13) col suo bel portico.
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Foto 13
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Dopo la necessaria pausa
pranzo, effettuata in un ristorante di Via dell’Accademia, nei pressi del
Duomo, il gruppo ha proseguito la visita come da programma (sia pure con
qualche partecipante in meno, per impegni pomeridiani di alcuni): Piazza del Duomo, la Cattedrale e il Museo
dell’Opera del Duomo.
La piazza suddetta, ampia, un
tempo adibita anche ad una sorta di calcio in costume fino XVIII secolo, si
sviluppa davanti alla cattedrale e lungo il suo fianco destro. Purtroppo i
necessari restauri in corso alla facciata del duomo e al suo fianco destro ci
hanno tolto quella bella visione che questo monumento ci offre dalla piazza.
La cattedrale sorge sul luogo
dove già dal V secolo era una pieve dedicata a Santo Stefano, della quale ha
conservato la dedicazione; l’edificio attuale, dalla facciata tardo-gotica dal
tipico paramento a fasce chiare e scure, conserva l’interno romanico, ampio ed
elegante (Foto 14) al quale fu aggiunto alla metà del XIV secolo, ad opera di
Nicola Pisano, il gotico presbiterio (Foto 15) composto da cinque cappelle; in
esse troviamo cicli pittorici ad affresco che rappresentano un vero tesoro
dell’arte, come la Cappella dell’Assunta affrescata da Paolo Uccello e
terminata da Andrea di Giusto in cui sono le “Storie della Vergine e di Santo
Stefano”. Ancora, la cappella maggiore, il cui coro Filippo Lippi decorò completamente
con le “Storie di Santo Stefano e di San Giovanni Battista”, celeberrimo ciclo
di affreschi rinascimentale già preludio dei più recenti Ghirlandaio e
Botticelli: di quest’ultimo sembra vedere una sua opera nel dettaglio della
Danza di Salomè (Foto 16) nella scena del “Banchetto di Erode”.
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Foto 14
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Foto 15
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Foto 16
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La storia mistica, religiosa,
di Prato è molto legata alla preziosa reliquia del Sacro Cingolo, popolarmente
detta anche la Sacra Cintola (la cintura che la Vergine Maria, all’Assunzione
in Cielo, donò all’apostolo San Tommaso) che fu portata a Prato dal pellegrino
Michele, nel 1141, ma solo in punto di morte, nel 1172, la donò al Proposto
della Pieve di Santo Stefano (poi divenuta Cattedrale, come detto sopra). La
custodia di questa Santissima reliquia all’interno del Duomo è nella Cappella
della Sacra Cintola (Foto 17), affrescata da Agnolo Gaddi con “Storie della
Vergine e della Sacra Cintola” (1392-1395), recintata su due lati da una
splendida cancellata in bronzo (1438-68) su disegno di Maso di Bartolomeo, con
quadrilobi e fregi naturalistici.
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Foto 17
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L’ostensione di questa
reliquia viene effettuata dal balcone interno della facciata della cattedrale e
dal pulpito esterno (1428-38) del Donatello e Michelozzo; ancora oggi la
cerimonia è effettuata cinque volte all’anno: per Natale, Pasqua, 1° maggio, 15
agosto e 8 settembre.
Dopo decenni di lavori, il
Museo dell’Opera del Duomo ci offre anch’esso la fruizione di suggestivi
ambienti, quali il sotterraneo (Foto 18) corrispondente al sovrastante
transetto del Duomo, il chiostro interno della canonica (Foto 19), nonché le
esposizioni archeologiche e statuarie più moderne, quali le formelle originali
donatelliane (Foto 20) del parapetto del Pulpito esterno della cattedrale (per
l’ostensione della Sacra Cintola); notevole anche la raccolta di quadri
provenienti, prevalentemente, da soppressi luoghi di culto della Diocesi
pratese, come la pala di Filippo Lippi con “Esequie di San Girolamo” (Foto 21).
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Foto 18
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Foto 19
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Foto 20
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Foto 21
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Per tornare verso la Stazione
F.S., per una breve deviazione, siamo passati da un altro ridente luogo: Piazza
Sant’Agostino (Foto 22) dove si erge l’omonima chiesa, romanica (danneggiata
nella parte absidale dai bombardamenti del 1944, poi ripristinata); interno
luminoso dalle singolari colonne in mattoni (Foto 23). Alle pareti sono apposti
gli altari, come dettato dalla Controriforma, con belle pale dell’Empoli,
Lorenzo Lippi e G. B. Naldini, quindi dal XVI al XVII secolo.
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Foto 22
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Foto 23
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Sì, senza alcun dubbio, per
me visitare Prato dopo quasi mezzo secolo dall’ultima volta che l’ho vista, mi
ha fatto una buonissima impressione, anche a dispetto dei molti restauri in
corso, inevitabili per la conservazione dei nostri tesori.
Il filmato del Cocchi saprà
meglio descrivere la buona impressione e il senso di soddisfazione percepiti,
credo, da tutti in questa visita turistica di fine primavera.
Qua il solito bel filmato di Mauro (Cocchi)
Soliti, veramente dovuti,
ringraziamenti a Massimo e Mauro (Cocchi) per il loro lavoro.
Per chi non l'avesse fatto, ricordo che è ancora in tempo per prenotare la visita al Museo delle Officine Galileo prevista per il 14 Giugno.
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Eugenio ha riprogrammato la visita allo Ximeniano