Massimo ci descrive così la visita :
Nel pomeriggio di lunedì 31
gennaio 2022 si è svolta la programmata
visita al Museo Bardini in Piazza dei Mozzi: partecipato da otto
persone, compreso lo scrivente (vedere foto da me scattata) (Foto 01)
Questo museo, nell'edificio
fatto costruire nel 1880 dall'antiquario Stefano Bardini (Pieve Santo Stefano,
1836-Firenze, 1922) come sua abitazione e atelier di commercio antiquario,
passò al Comune di Firenze, con le collezioni in esso contenute, nel 1923 per
lascito testamentario del Bardini stesso, che ne costituì un pregevole Museo.
Recentemente restaurato e
riallestito, (Foto 02)
comprende ricche collezioni di quasi tutte le arti,
dalla scultura in marmo e pietra alla decorazione lapidea, ancora sculture e
decorazioni in legno, mobilio d'epoca, tappeti, armi e quant'altro offerto
anche dall'artigianato, attraverso i secoli compresi tra Trecento e
Cinquecento.
Per la scultura in marmo, il
pezzo forte è sicuramente la" Carità" di Tino di Camaino (Siena, 1285
ca. - Napoli, 1337) (Foto 03)
e un
"San Girolamo" in cattedra attribuito al comasco Giovanni Buora
(Osteno, Como, 1450- Venezia, 1513) (Foto-04).
Moltissimi sono i reperti
lapidei quali stipiti, colonne, basi leonine, architravi, in pietra o marmo,
vere da pozzo, sarcofagi, vasche e acquasantiere.
Copiosa è pure la presenza di
statue lignee e decorazioni; le sale spesso hanno soffitti a cassettoni
provenienti da demolizioni di edifici quattrocenteschi.
Per la pittura, è famoso il
quadro di Antonio del Pollaiolo (Antonio Benci detto, Firenze, 1431-Roma, 1498)
raffigurante "San Michele e il drago" (Foto 05)
al quale fanno
seguito altri dipinti notevoli quale "Atlante che sorregge il mondo"
del Guercino (Giovan Francesco Barbieri detto il, Cento, Ferrara, 1591-Bologna,
1666) (Foto 06).
Nel riallestimento del Museo,
uno spazio è riservato al bronzo originale del "Cinghiale" di Pietro
Tacca (Carrara, 1587-Firenze, 1640), (Foto 07)
il cosiddetto
"Porcellino", assieme alla base originale e ad una sua successiva
copia.
Una pecca del museo, un po'
comune a tutti quelli civici, è la esiguità dei cartellini o didascalie delle
opere esposte, limitate il più delle volte a quelle maggiori, ma con troppa
trascuratezza per le altre.
Altro demerito è la mancata
fruibilità della Galleria Corsi, costituita da 600 opere di epoche, autori e
scuole diverse (dal sec. XII al sec. XIX) donata al Comune di Firenze nel 1937
dalla Sig.ra Fortunata Carobbi vedova Corsi, e depositata al secondo piano del
palazzo.
Il filmato del nostro
"regista" Mauro Cocchi (Foto 08)
(vedere selfie con la
"guida") evidenzierà l'ampiezza delle sale e la ricchezza degli
allestimenti.
Il Museo Bardini è, se
vogliamo, di nicchia, non compreso nei
tour mordi e fuggi alla moda di oggi, ma che sicuramente merita di essere
visitato da tutti.
Qua trovate il bellissimo filmato della visita di Mauro (Cocchi).
Come al solito ringraziamo Massimo e Mauro (Cocchi).
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Prossimo incontro in Piazza della Signoria 16 Gennaio ore 9.30.