domenica 21 aprile 2024

Incontro di Venerdi 12 Aprile: visita al Museo Bandini di Fiesole e Convento di San Domenico

 

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Ecco la recensione di Massimo alla visita: 

Finalmente ! Sì, è proprio il caso di dirlo: finalmente siamo riusciti a visitare il Museo Bandini a Fiesole, che, ha dispetto della targa apposta a lato dell'ingresso col dettagliato orario di visita, è sempre chiuso !

Se siamo riusciti a vederlo, dobbiamo ringraziare Eugenio Stefani che con tenacia e pazienza è arrivato a procurarci l'apertura del Museo e con tanto di guida, veramente esperta e di chiara esposizione: Silvia Borsotti.

Il gruppetto dei partecipanti di "Quelli del Pignone", sette in tutto come si vede dalla foto di gruppo scattata all'interno del Museo (Foto 1), è rimasto molto soddisfatto della conduzione della visita. 

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Il Museo Bandini (Foto 2) nasce, come altri già visti, dall'eredità di un collezionista: Angelo Maria Bandini (Firenze, 1726 - Fiesole, 1803); era un prelato, colto e appassionato d'arte, vissuto in pieno Settecento, ovvero in un'epoca in cui si considerava "primitiva", in senso dispregiativo, tutta la pittura prodotta dal XIII secolo fino al Botticelli compreso.

Il Bandini, però, fu un erudito d'eccezione per l'epoca, tanto da comprendere e valorizzare l'Arte del Medioevo e riuscì a raccogliere una discreta collezioni di dipinti "primitivi" che chiese, conventi e istituzione tendevano a disfarsene.

Il Museo è dal 1913 ospitato in una palazzina costruita appositamente dall'architetto Castellucci, dietro l'abside del duomo, e raccoglie, dunque, prevalentemente opere pittoriche, dal XIII secolo fino agli albori del XVI secolo, di artisti  prevalentemente italiani, direi toscani; ad alcune di queste opere si aggiunge al valore artistico anche quello storico.


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L'opera più antica è una "Crocifissione" (Foto 3) datata 1270-75 da un Maestro di Galliano, attivo a Firenze nella seconda metà del XIII secolo. Del Trecento, Nardo di Cione (fratello del più noto Andrea di Cione detto l'Orcagna) ci offre una particolare immagine della "Madonna del parto" (Foto 4) del 1355 ca. Arrivati al Quattrocento, sono notevoli le quattro tavole dipinte da Jacopo del Sellaio (Firenze, 1443 - 1493) con i "Trionfi" secondo il poema del Petrarca, delle quali la (Foto 5) mostra il trionfo dell'Amore e quello della Pudicizia; pitture, queste che la nostra guida ci  ha magistralmente illustrato seguendo tutta la complessa simbologia che sviscera la logica del pensiero petrarchesco.

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Anche la scultura è presente in questo Museo, con opere del Quattro/Cinquecento, ad esclusione di una trecentesca "Madonna col Bambino" della scuola di Andrea Orcagna.

Tra le sculture è da segnalare una "Madonna col Bambino" modellata in terracotta, dipinta a freddo, (Foto 6), attribuita a Filippo Brunelleschi (del 1400-1415), tornata al Museo da un recente restauro; la particolare concezione del gruppo, dove il Bambino è atteggiato come a cercare protezione nella madre, ha rappresentato uno schema artistico molto ripetuto dagli artisti successivi.

foto 6

Notevole è anche la raccolta di terrecotte invetriate dei Della Robbia e dei Buglioni, esposte in un ampio salone (Foto 7) nel quale ha termine la visita del Museo.

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Il filmato che ho composta dovrebbe illustrare meglio la consistenza di questo Museo, dove la rassegna delle opere esposte è fatta in maniera più ampia e più di metà del tempo del filmato è dedicato ad alcune delle spiegazioni offerteci dalla guida Silvia Borsotti.

 La mattinata non è finita con la visita al Museo, ma, scesi a San Domenico (Foto 8), all'ingresso del locale Convento domenicano, ci attendeva un'altra guida nella persona del priore don Aldo Tarquini.

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Il convento di San Domenico fu fondato dal beato Giovanni Dominici nel 1406, quando ancora a Firenze, presso la basilica di San Marco, il convento era occupato dai padri Salvestrini.

A San Domenico dimorò per qualche tempo il Beato Angelico dove eseguì alcune pitture a fresco, ma delle quali oggi rimane solo una Crocifissione (Foto 9) nella Sala del Capitolo, alquanto deperita, ma leggibile.

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Il Convento oggi ospita, come molti altri edifici storici dei dintorni, sezioni della EUI (European University Institute), grazie alla quale tali edifici hanno avuto i necessari restauri e sono attualmente mantenuti.


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Il chiostro, composto da un bel porticato su due lati, incornicia il giardino degli aranci amari (Foto 10).  Superato il braccio del convento dov'era il noviziato, attraversato l'uliveto, si giunge alla Cappella delle Beatitudini, un triportico con volte affrescate (Foto 11),  ma con le pitture molto danneggiate, sebbene fatta restaurare nel 2016 col contributo dell'avv. Paolo Fresco.

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Infine, la visita alla chiesa (Foto 12) dove la celebre e bella  pala d'altare del Beato Angelico, nella prima cappella a sinistra entrando, non era presente perché in restauro.

Notevole l'architettura barocca in legno dorato dell'altare maggiore (Foto 13) che ricorda lo stile "Manuelito", ovvero il barocco della Spagna.


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 Un pranzo veloce, buono, alla locale Trattoria "Piatti e Fagotti" di via delle Fontanelle, il cui nome è ispirato dalla vicina Scuola di Musica di Fiesole; caffè all'angolo, presso il bar-alimentari "Le Fontanelle", visibile nella Foto 8.

 Giornata serena, soleggiata e come al solito, anche se in pochi, passata allegramente.

 Qua trovate il bel filmato di Massimo 

Crediti:
Massimo Pinzauti recensione  della visita foto e filmato
Eugenio Stefani : organizzazione della visita
Mauro Cappelli: pubblicazione e gestione del blog


sabato 20 aprile 2024

Incontro di Mercoledì 17 Aprile e "Chiacchierata" con Michele Stangarone sul suo libro “Nuovo Pignone. Un’entusiasmante storia tecnica. Da Firenze, all’Italia al mondo”

 


Solita numerosa partecipazione per l'incontro di metà mese. Dopo il caffè, ci siamo trasferiti, sempre chiacchierando, al Circolo del Torrino di Santarosa per l'incontro con Michele Stangarone e il suo libro. Inevitabili calorosi saluti e abbracci con Michele che diversi di noi non vedevano da diversi anni.


Michele ha iniziato parlando dell'origine del libro e come esso copra una carenza
 nella storia tecnica del Pignone di quegli anni. Quindi dei vari risvolti per la stesura .

Ha accennato a interessanti vicende non riportate nel libro sulla storia tecnica del Pignone. Dai partecipanti sono state rievocate le sempre emozionanti piccole e grandi vicende della vita Pignone.  
Personalmente lo trovo un incontro particolarmente interessante e utile. Soprattutto per uno come me interessato a tutto quello che è storia. Da sempre sento la necessità di raccogliere documentazione per cercare di mantenere viva la storia della nostra società. Questo è anche un motivo della nascita del blog. Chiedo a tutti di continuare a inviare materiale per la storia del Pignone.

Terminato l'incontro con Michele, alcuni dei partecipanti hanno pranzato presso il Circolo.


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Mercoledì prossimo 24 Aprile ci troviamo alla caffetteria delle Oblate alle ore 9,30 per programmare le nostre attività.

venerdì 5 aprile 2024

Incontro di Giovedì 4 Aprile 2024: Visita Museo Horne e Casa del Vasari

 

Segue la recensione che Massimo ha preparato per noi:

 Come nostro solito: visita programmata, visita eseguita puntualmente. Giornata primaverile, adatta agli incontri.

Per l'occasione ci siamo radunati in Piazza Santa Croce per il doveroso caffè iniziale presso Finisterre, quindi trasferimento, percorrendo Borgo Santa Croce , in via dei Benci dove ha sede il Museo fondato da Horne in quel palazzo, già degli Alberti di Catenaia, poi acquistato alla fine del Quattrocento dai Corsi che lo rimodernarono nello stile rinascimentale e quindi acquistato dal collezionista inglese il quale, liquidati i possedimenti londinesi, si trasferì a Firenze, da lui già conosciuta nel suo viaggio in Italia negli anni 80 del XIX secolo.

Per quanto concerne il Museo niente di nuovo rispetto alla precedente visita eseguita il 27 novembre del 2018, il cui post lo trovate al link seguente:

 https://quellidelpignone.blogspot.com/2018/12/incontro-del-27-dicembre-2018-visita.html 

 dove è anche il link al filmato fatto in quell'occasione dal nostro regista Mauro Cocchi.

 In effetti una novità l'abbiamo avuta: assenza completa dei "totem" con la descrizione delle opere esposte,  però ci hanno detto che on-line nel sito del museo c'è la guida virtuale; il problema è che all'interno del museo non si capta nessun segnale e, per giunta, non avevo con me il libro-catalogo edito da Polistampa (Foto 1)  veramente illustrativo.

 

Foto 1

Meglio è andata per la seconda parte della visita, quella alla Casa del Vasari, situata in uno dei Palazzi Spinelli, quello al civico 8 di Borgo Santa Croce. Dopo la visita di quasi cinque anni or sono, ho avuto modo di scrivere sull'argomento una delle mie guide dal titolo "La Casa di Giorgio Vasari a Firenze" che si trova nel nostro blog, scaricabile in pdf, dalla sezione "Le guide di Massimo".

 Proprio seguendo passo, passo, questa mia guida ho espletato la illustrazione di questa casa già prima di lasciare il Museo (Foto 2), per quanto concerne la parte introduttiva. Ricordiamo che di questa dimora, dove il Vasari spirò nel giugno del 1574, oggi rimane intatta la Stanza grande, completamente affrescata da lui dal 1571 ca. con l'apoteosi dell'Arte del Disegno, dalla quale discendono tutte le Arti figurative: Pittura, Scultura, Architettura, oltre raccontare, tramite due episodi narrati pittoricamente, le origini della pittura dai due maestri dell'antica Grecia: Apelle e Zeusi rammentati dagli scritti antichi e trascritti da Plinio il Vecchio.

Foto 2

Foto 3
Nella (Foto 3), scattata come la precedente da Eugenio Stefani, si vede il nostro  gruppo nella Sala grande di Casa Vasari, intento ad ascoltare il racconto da me propinato, sperando di non aver annoiato nessuno. 

Purtroppo devo lamentare che c'è stata la presenza di un paio di partecipanti dal comportamento non conforme a queste nostre visite culturali: il loro pressoché incessante parlottare tra loro ha recato non poco disturbo a quanti erano attenti alla mia illustrazione del Museo, ed anche a me, costringendomi a parlare in tono di voce più alto.

 Ringraziamo Massimo per tutto quello che fa per  Quelli del Pignone e anche per la sua pazienza.

sabato 16 marzo 2024

Incontro di Mercoledi 13 Marzo 2024

 


Solito incontro di metà mese. Solita affluenza. Solite complicazioni per il caffè e la immancabile foto di gruppo. Solite piacevoli chiacchierate.

In una di queste ho accennato alla mia allergia. Diversi colleghi ne soffrono.

 Parlo della mia in solidarietà ##

La mia inizia presto verso la metà di febbraio. Sono allergico al polline del cipresso e questo è uno dei primi a spargersi … . 31 anni fa non sapevo cosa fossero le allergie. Appunto 31 anni fa mi sono trasferito nell'attuale abitazione. Allora non feci caso ad un enorme cipresso distante pochi metri dalla terrazza. E' stato grazie a lui che sono entrato nel mondo degli allergici. Da qualche anno l'enorme cipresso rischiava di cadere ed è stato abbattuto. Le cose sono molto migliorate. Ultimamente però ho scoperto un'insidiosa sinergia tra l'allergia e gli otoliti vaganti nell'orecchio (da cui vertigini ecc.). L'allergia richiede soffiarsi il naso spesso e questo eccita il movimento di questi "sassolini" il  risultato sono vertigini più o meno intense, equilibrio incerto, ecc. Il tutto è fastidioso ma tollerabile.  

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Mercoledì prossimo 20 Marzo ci troviamo alla caffetteria delle Oblate alle ore 9,30 e non più, come al solito, alle ore 10,00.  

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Alcuni colleghi mi hanno segnalato che non ricevono l'email del gruppo. Provate a cercarla nello spam. Se da più di 2 settimane non avete ricevuto email del gruppo contattatemi e risolveremo il problema.

 

mercoledì 6 marzo 2024

Presentazione del libro di Michele Stangarone “Nuovo Pignone. Un’entusiasmante storia tecnica. Da Firenze, all’Italia al mondo”


Come "Quelli del Pignone" abbiamo il piacere di riportare  la presentazione di Michele Stangarone  del suo libro “Nuovo Pignone. Un’entusiasmante storia tecnica. Da Firenze, all’Italia al mondo”.  Un importante contributo alla storia del Nuovo Pignone.  

 

 Carissimi colleghi,

Con il sostegno di Baker Hughes abbiamo realizzato un libro sulla storia tecnica del Nuovo Pignone dalla fondazione al 1999.

È un testo che ho potuto scrivere grazie ai contributi orali e materiali di tanti amici e colleghi dell’azienda, facendo uso dell’Archivio Storico di Nuovo Pignone e di quello di ENI, dei Quaderni Pignone e delle Relazioni di Bilancio annuali.

Il testo raccoglie alcune delle pietre miliari della storia tecnica dell’azienda, veri e propri momenti di svolta che dal 1954 al 1999 ne cambiano completamente il corso. Il periodo copre tutto l’arco della gestione dell’Eni (1954-94) e l’inizio di quello successivo di General Electric. 

Ogni capitolo si chiude con delle foto di oggi, che fanno capire quanto il tempo presente e l’odierno successo dell’azienda abbiano radici in un lontano passato, e come questo possa ancora essere d’ispirazione per il futuro.

Il libro può essere acquistato a questo link della Giunti. Azienda e sottoscritto non percepiscono proventi dalla vendita del libro.

 

Spero che lo troverete interessante, un abbraccio a tutti e buona lettura.

Michele Stangarone

https://giunti.it/pages/bakerhughes_nuovopignone

 

martedì 5 marzo 2024

Incontro di Mercoledì 28 Febbraio 2024 : Visita al Museo Stibbert

 


Segue la perfetta recensione della visita al Museo Stibbert realizzata da Massimo:

 Completata la programmata visita al Museo Stibbert. È la seconda visita “ufficiale” che abbiamo compiuto dopo quella del 28 novembre 2018. Nulla è cambiato da allora: qualche partecipante di meno, come attesta la foto di gruppo scattata dallo scrivente (Foto 1), e stesse modalità di visita, ovvero ingresso contingentato, visita “accompagnata” da un addetto del personale del museo, che comunque ci fa anche da guida; questa volta abbiamo avuto un’accompagnatrice colta e ben chiara nelle spiegazioni, purtroppo col divieto di fotografarla, cosa molto limitante soprattutto per le riprese filmate che ho cercato di fare.

 Mantenuto lo sconto del biglietto d’ingresso per gli “over 65”, sebbene rincarato di un euro rispetto a cinque anni fa per adeguamento al prezzo attuale del biglietto ordinario.

 Il Museo è l’espressione di Federico Stibbert, ricchissimo inglese (nato a Firenze nel 1838 da padre inglese e madre italiana, partecipe nel 1866 alla Terza guerra d’Indipendenza, come arruolato nelle Guide garibaldine), appassionato “raccoglitore” di antichità di tutti i generi d’arte. Acquistata la villa a Montughi, nella via che oggi ha il suo nome, fece costruire l’edificio museale per contenere le sue immense collezioni.

 Celebri sono le sfilate o cavalcate degli armigeri e cavalieri del ‘500 europeo (Foto 2), degli arabi (Foto 3) e giapponesi (Foto 4), collocate in ambienti costruiti ad hoc.

 

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foto 4 

Tipico dello stile d’arredamento dell’Ottocento, si passano fughe di sale eccessivamente inzeppate di oggetti, soprammobili e mobili, quasi una costipazione da rendere scarsamente fruibile la visione del tutto come mostrano alcune foto (Foto 5 e Foto 6) e maggiormente, credo, il filmato che ho composto.

 

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foto 6

La quadreria è diffusa in molte sale, purtroppo con carenza di didascalie circa gli autori e i soggetti, specialmente per i ritratti; non si esclude che almeno in parte ciò sia dovuto ad un’effettiva mancanza d’informazione sulla provenienza di molte opere (spesso copie anonime di quadri celebri delle Gallerie più famose: giusto per fare due esempi, troviamo la “Gioconda” del Louvre e  “I Quattro filosofi” del Rubens agli Uffizi).

 Un altro inglese visse a Firenze e acquistò il Palazzo Corsi in via de’ Benci: parlo dello storico dell’arte Herbert Percy Horne che allestì nel suddetto palazzo la sua collezione di opere d’arte tra dipinti sculture eccetera, cercando di ricostruire ambienti e arredi che meglio si adattassero al genere e all’epoca delle opere esposte; anche lui lasciò alla sua morte, nel 1916, l’intera collezione e palazzo allo Stato italiano.

 Ebbene, come scrissi per il blog in occasione della visita del Museo Horne (27 dicembre 2018):

   dobbiamo dire che il Museo Horne rappresenta la collezione dell'erudito dell'arte mentre il Museo Stibbert è l'espressione del collezionista tuttologo. Le opere raccolte nel Museo Horne sono mediamente di elevato livello; lì la pittura spazia da Giotto a Masaccio, Filippino Lippi, al senese Beccafumi (con tre quadri, agli Uffizi ne abbiamo solo uno), fino ai più recenti Furini, Artemisia Gentileschi e il Dolci   “.

 La visita allo Stibbert, comunque suscita sempre un certo interesse.

Qua trovate il solito bel filmato realizzato da Massimo. 

Ringraziamo Massimo per la recensione, foto e il filmato.

 

giovedì 15 febbraio 2024

Incontro di Mercoledì 14 febbraio.


 

Incontro di metà mese  caratterizzato da un'ampia partecipazione e da una bella giornata.

Eravamo in 25 intenti a chiacchierare.  Il solito problema di decidere il numero dei caffè questa volta era quasi insormontabile. Gigi ha preso in mano la situazione e, sotto lo sguardo perplesso di qualche turista, prima ci ha separati in due gruppi (caffè si e caffè no), dopo per alzata di mano ha ricavato il numero dei "normali"  e quello dei "macchiati". Non è stata una cosa semplice.
Per il resto tutto come al solito.

Approfitto per una "comunicazione tecnica". Capita che qualcuno di voi non riceva l'email  della comunicazione dell'incontro. Provate a controllare nella casella dello spam. Tenete presente che a "Quelli del Pignone" arrivano almeno due Mail al mese, se da qualche tempo non ricevete email e non le trovate nello spam siete pregati di segnalarmelo. Grazie.

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Mercoledi  prossimo 21 Febbraio ci troviamo alla Caffetteria delle Oblate alle ore 10,00 per la programmazione degli incontri.

giovedì 8 febbraio 2024

Incontro di Mercoledì 31 gennaio: Gita a Montelupo Fiorentino: visita del Museo della Ceramica e del paese

Foto 1


 Massimo ci ha inviato la recensione della visita da lui organizzata :

 Mercoledì 31 gennaio 2024 alcuni pensionati del gruppo “Quelli del Pignone” hanno fatto la prima uscita fuori Firenze dell’anno; tempo magnifico, freddo al mattino, ma col cielo azzurro e soleggiato.

 Una gita “leggera” adatta alla stagione: vicino a Firenze, raggiungibile con comodi treni in poco tempo e la possibilità di visitare un importante Museo della Ceramica.

 Sappiamo, infatti, che sin dal medioevo Montelupo ebbe notevole importanza come centro di produzione di manufatti in terracotta e maiolica, la cui tradizione si mantiene ancora ai giorni nostri. Da circa trent'anni il Comune ha costituito il "Museo della Ceramica di Montelupo", principale attrazione di oggi: un Museo che ci fa percorrere tutta l’evoluzione di questo importante e utilissimo artigianato. Artigianato sempre più raffinato nelle forme dei manufatti e nella sua decorazione pittorica; la famiglia Sartori, in particolare, dalla fine del Trecento alla fine del Seicento ha sviluppato quest’arte sia attraverso innovazioni tecniche, sia col perfezionamento della decorazione.

 Questo Museo da pochi anni è ben allestito in un edificio di nuova fabbricazione del quale occupa ben due piani, che prospetta sul Piazzale Vittorio Veneto, nel quale ho scattato la foto al gruppo dei partecipanti  (Foto 1). Il Museo espone un impressionante numero di manufatti dal XIII secolo fino al XIX, di tutti i generi: piatti decorati con figure umane o con racemi vegetali oppure con figure geometriche (Foto 2), vasi per uso di farmacia (Foto 3), brocche, orci, eccetera. Altro aspetto importante di questo artigianato è anche la fabbricazione di nuovi pigmenti, come il “rosso di Montelupo” che vediamo nel fondo della decorazione di un prezioso piatto (Foto4).

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Oltre al Museo, gradevole è la passeggiata per il centro dove abbiamo visitato la Pieve di San Giovanni Evangelista (Foto 5), di fondazione romanica, ma con l’interno interamente ristrutturato a partire dal 1756 in stile classico  (Foto 6).

 

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Foto 6


Ricordiamo che a Montelupo c’è una delle più grandi ville medicee: l’Ambrogiana, al quale un viale di platani ci conduce (Foto 7); ospitava fino al 2019 il manicomio, oggi è di proprietà del Comune e diventerà un centro espositivo, ma molto è il lavoro di ripristino e il tempo che dovrà passare ancora perché sia visitabile.

 

Foto 7

Ottima è stata anche la pausa pranzo al ristorante (Foto 8), per l’ambiente, la cortesia del personale e la buona cucina; il ristorante è fuori della cerchia delle mura del paese: infatti si chiama "Osteria di Fuori". 

Foto 8

La giornata è passata velocemente e con soddisfazione di tutti.

 

Meglio ve la illustrerà, almeno credo, il filmato che ho composto e posto in YouTube.

Come al solito dobbiamo ringraziare l'infaticabile Massimo per l'organizzazione, recensione foto e filmato della visita.

 

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Mercoledì scorso,  7 febbraio, ci siamo trovati "informalmente" per festeggiare il compleanno di Massimo. Eugenio Stefani ha avuto l'ottima idea di suggerire un piccolo riconoscimento delle competenze e del notevole impegno di Massimo per il gruppo.







venerdì 19 gennaio 2024

Incontro di Mercoledì 17 Gennaio 2024

 


Il primo incontro dell'anno di metà mese è stato caratterizzato dalla chiusura per ferie del nostro caffè Rivoire.

Massimo ha realizzato un bel filmato dell'incontro cliccare qua così ne approfitto parlare di un piccolo fatto che mi accaduto all'incontro.  

La colpa era mia. Ho commesso l'errore di parlare di cose, per me, importanti alla presenza di Stefano, (persona che non riesce a tacere e tanto meno ad ascoltare).
Cosi avendo fatto un'affermazione pesante: "lo smart-watch mi ha cambiato la vita". Stavo cercando di spiegare il perché interrotto continuamente da battutine semi-spiritose. In breve ho perso la pazienza, tacendo e ripromettendomi di non fare discorsi seri in certi contesti.

Effettivamente lo smartwatch, capisco che possa sembrare strano, mi ha cambiato la vita. Quando ho acquistato il primo facevo una vita estremamente sedentaria ore e ore davanti al PC. Ho iniziato subito a muovermi, poi sono passato alle camminate veloci. In pochi anni tutte le mattine corro per circa 3 chilometri. Cammino spesso almeno per un'altra decina ogni giorno.  Indirettamente questo mi ha portato a cambiare radicalmente la dieta, il modo di dormire….   I risultati in termini di benessere sono stati incredibili. Soprattutto nei primi tempi.
Per questo sono un fautore esagerato dello smart-watch, del movimento. Soprattutto di uno stile di vita più sano basato sul muoversi, fare attenzione a cosa si mangia ecc. Sono piccoli cambiamenti di abitudini che possono aiutarci molto contro le malattie degenerative di noi anziani. Invece di curarle e base di medicine cercando  di prevenirle

Non penso lo smart-watch sia adatto a chiunque. Per me lo è stato. Da piccolo avevo una strana passione per tutti gli strumenti di misura dai metri alle bilance e anche adesso faccio molta attenzione a tutto quello che è misurabile. Lo smartwatch permette di avere quotidianamente quasi un centinaio di diversi tipi di  misurazioni personali abbastanza attendibili.

 Massimo ha preparato per noi anche un bellissimo video  sul Museo del Tesoro dei Granduchi (segue l'intreoduzione di Massimo):

Tra i Musei di nicchia di Firenze, ce n’è uno straordinario per le collezioni che contiene e per il luogo della sua collocazione: è il Museo del Tesoro dei Granduchi, un tempo detto “Museo degli Argenti”, che è allestito nel Palazzo Pitti, nelle sale del Quartiere Estivo, al piano terreno (ala di sinistra) e suo mezzanino.

Pochissimo frequentato dai turisti, nonostante abbia l’ingresso sotto il portico di settentrione del Cortile dell’Ammannati, all’estremità sinistra, proprio di fronte all’ingresso della Galleria Palatina che è situato all’estremità destra dello stesso portico.

 Il filmato lo trovate qua.
Considerando la fatica di Massimo per prepararlo, fate il possibile di godervelo su uno schermo più grande di quello dello smartphone.

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Ricordo che mercoledì 24 Gennaio alle ore 10,30 ci troviamo alla Caffetteria delle Oblate per la consueta programmazione.

 

sabato 30 dicembre 2023

Incontro di Giovedì 28 Dicembre: Visita Basilica della Santissima Annunziata.

 

 

Foto 1

Massimo ha preparato per noi la recensione alla visita da  lui magistralmente guidata.

Dopo la visita del Chiostro Grande della SS. Annunziata, con annessa Cappella dei Pittori, il 2 novembre 2016; la visita della Piazza della SS. Annunziata il 28 ottobre 2020, durante le restrizioni imposte dalla pandemia da Covid-19, oggi abbiamo visitato la Basilica e il suo antistante Chiostrino dei voti concludendo, così, la esplorazione del Santuario Mariano per antonomasia della mariana città di Firenze.

 Alta la partecipazione dei visitatori (Foto 1), degna della fama del Santuario che già pochi anni dopo la sua fondazione (seconda metà del sec. XIII) era conosciuto non solo in Firenze, ma anche altrove, per l'immagine miracolosa della "Vergine Annunziata": un affresco dipinto sulla contro-facciata della duecentesca chiesa. Immagine miracolosa perché, secondo la tradizione trasmessa dai frati di quel convento, il volto della Vergine fu trovato dipinto dal pittore, al suo risveglio dall'assopimento che lo colpì durante l'opera sua, senza averci messo mano.

 

Impossibile descrivere qui una chiesa come questa ricchissima di opere d'arte distribuite tra le sue 26 cappelle, la tribuna e il coro; opere su tela, ad affresco e di scultura.

Questa basilica, eretta per volontà dei Sette Santi fiorentini fondatori dell'ordine monastico dei Servi di Maria attorno al 1250 (riconosciuto dal papa Clemente IV che consegnò loro il saio degli agostiniani), ha subito nei secoli continui ampliamenti e rimodernamenti fino al XVII secolo, grazie alle famiglie patrizie che avevano il patronato delle cappelle e quasi in competizione per magnificenza tra loro.

Foto 2 
Così la basilica che vediamo oggi è in stile barocco (Foto 2), un po' troppo carico nel suo insieme per il gusto schietto fiorentino (ben rappresentato nella chiesa dei Santi Gaetano e Michele Bertelde), ma comunque adorno di molte opere d'arte degne di questo nome.

In effetti, anche l'"Altare della Madonna", quello eretto ai piedi dell'affresco miracoloso, adornato dal baldacchino progettato dal Michelozzo, per munificenza de' Medici, è stato eccessivamente sovraccaricato in epoca barocca (Foto 3), come ci appare ancora oggi.

 

Foto 3

Come accennato prima, l'ammodernamento di secolo in secolo ha fatto praticamente scomparire i dipinti dell'epoca medioevale gotica, sostituiti da autori che vanno dal Quattrocento fino a tutto il Seicento quali: Andrea del Castagno, Andrea del Sarto, Matteo Rosselli, l'Empoli, Jacopo Ligozzi, Pietro Dandini,  Cosimo Ulivelli, Jacopo Chimenti ed altri ancora.

Tra gli artisti seicenteschi, oltre ad alcuni citati sopra, si ricorda Baldassarre Franceschini detto il Volterrano (Volterra, 1611 - Firenze, 1690) che ha affrescato l'ampia cupola della tribuna con la "Assunzione della Vergine" adorno del coro dei Santi del vecchio e nuovo testamento (un particolare in Foto 4 con in primo piano Sansone) oltre ad aver operato alla decorazione di alcune cappelle.

 

Foto 4

Foto 5
Uscendo di Chiesa, abbiamo visitato il Chiostro della Madonna, più noto come Chiostrino dei Voti (Foto 5) che ci trasporta indietro nel tempo, dal barocco della basilica al rinascimento con i suoi affreschi rappresentanti le Storie di Maria Vergine e le Storie di San Filippo Benizi, dell'Ordine dei Serviti; in questo chiostro, infatti gli autori sono Alesso Baldovinetti (prima metà del Quattrocento), Cosimo Rosselli (seconda metà XV sec.), Andrea del Sarto,  Franciabigio (fine XV inizi XVI sec.), Pontormo e Rosso Fiorentino (prima metà del Cinquecento).

Purtroppo non abbiamo potuto visitare la Cappella di San Sebastiano, a lato della basilica, la Sagrestia della Madonna e il conventino, per le quali occorre la disposizione dei frati.

 Molti lavori di restauro sono stati compiuti, ad oggi, sia nelle cappelle che in altri ambienti, e tuttora sono in corso dei restauri di non rapida esecuzione, dato anche la mole del complesso basilicale: ancora molto resta da fare. Notevole è l'illuminotecnica applicata nella chiesa, tanto da rendere leggibili le opere esposte in buona luce, anche in una giornata nuvolosa come quella odierna.

 Penso che i partecipanti ricorderanno caramente questo santuario, costruito da quei monaci che, dal loro ritiro di Montesenario, scesero nella città loro natale per la glorificazione della Vergine Assunta.

 Qua trovate il bel filmato del nostro regista Mauro Cocchi

Ringraziamenti a Massimo per l'organizzazione,  guida, recensione e foto della visita tutti perfetti come al solito. Mauro Cocchi per il suo bel filmato.

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Massimo ci regala un altro suo Album degli incontri di metà mese (2021-2023) dove troverete tanti bei ricordi. Ancora un doveroso ringraziamento a Massimo per la sua fatica.