giovedì 6 febbraio 2025

Incontro del 29 gennaio 2025 : visita agli Appartamenti Reali di Palazzo Pitti

 

foto 1

Segue la recensione della visita curata da Massimo :

Questa mattina, mercoledì 29 gennaio 2025, abbiamo fatto una delle più articolate visite a Palazzo Pitti rispetto a quelle passate; l’oggetto principale, questa volta, s’intitola: “Appartamenti Reali”.

Tali appartamenti occupano il primo piano dell’ala destra del palazzo e parte del braccio destro sul cortile dell’Ammannati e sono stati restituiti al pubblico dal 21 di questo mese, dopo cinque anni d’intensi restauri e un periodo di chiusura di oltre quindici anni, se non di più.

Ben inteso: non c’è prenotazione per la loro visita, ma l’accesso è contingentato al massimo di venti persone ad ogni ora, iniziando dalle ore dieci, previa iscrizione alle liste orarie disposte all’ingresso della Galleria Palatina, al primo piano. Così, per “afferrare” il primo turno, ci siamo trovati presto alla biglietteria in modo da salire al piano verso le ore 9.00 per l’iscrizione; in tutto sette partecipanti, come mostra la foto di gruppo (Foto 1) scattataci da un gentile impiegato della Galleria, appena usciti dagli Appartamenti.


Dopo l’iscrizione, con quasi un’ora di tempo prima dell’accesso agli Appartamenti, siamo scesi alla Caffetteria nel Cortile dell’Ammannati, approfittando così di visitare anche la “Cappella Palatina”, da pochi anni visibile quotidianamente, accesso dal portico dello stesso cortile, assieme al “Museo delle Icone” che contiene la collezione acquistata dal granduca lorenese Pietro Leopoldo, allestito negli ambienti circostanti la cappella.


Risaliti al primo piano, siamo entrati nella Sala Bianca, per l’occasione punto di ritrovo dei partecipanti alla visita degli Appartamenti. Il percorso attuale di visita è diverso da quello del passato e coinvolge ancora più ambienti, infatti un tempo si visitavano le sale che si affacciano sulla Piazza dei Pitti, per cui si entrava direttamente uscendo dalla Galleria Palatina.


Per inciso, in questi mesi, fino a marzo, la Sala Bianca espone un dipinto, restaurato, acquistato di recente dalle Gallerie per 450.000. €: “La Strega” (Foto 2) del pittore napoletano Salvator Rosa (Napoli, 1615 – Roma, 1673). Una tela che ci dà un’immagine inquietante e ricca di simboli esoterici dei quali il pittore “maledetto” era un cultore. Dopo questo periodo di esposizione temporanea entrerà permanentemente in mostra tra i dipinti del XVII secolo alla Galleria degli Uffizi.


foto 2

Il quartiere degli Appartamenti Reali fu realizzato come impianto nel periodo del governo di Cosimo III (sul trono dal 1670 al 1723) e il primo “inquilino” illustre fu il suo figlio primogenito: il Gran Principe Ferdinando (1663 – 1713), rimasto tale perché premorì al padre. Poi si sono succedute tre dinastie regali: quella dei granduchi lorenesi dal 1737 al 1799, interrotta dalla “parentesi napoleonica” fino al 1814, quindi ancora i Lorena fino al 1859 per concludere con i Savoia quando divennero re d’Italia. È facile pensare che ogni dinastia apportò alle decorazioni e all’arredamento il suo contributo, mosse anche dal mutare dei gusti e delle mode del tempo.




Attualmente, dopo i restauri, l’arredo è stato ripristinato come descritto nella documentazione della Guardaroba del 1911, ovvero all’anno in cui la Regina Margherita restituì il quartiere alla Galleria Palatina; descrizione che comprende tappezzerie, arredi, suppellettili, quadri e quant’altro, per non parlare dei rutilanti lampadari.



Il percorso attuale inizia dalla “Sala di Bona” (Foto 3) che è l’unica rimasta allo stato originale delle grandi sale affrescate da Bernardino Barbatelli detto Poccetti (Firenze, 1548 – ivi, 1612); le pitture rappresentano alcune imprese dei Cavalieri di Santo Stefano (ordine marinaio fondato da Cosimo I) durante il periodo di governo del Granduca Ferdinando I.


foto 3


Prima di proseguire, bisogna segnalare che è impossibile in queste righe dare una descrizione dettagliata di quanto è contenuto di prezioso e di storico in questi Appartamenti Reali; è gioco forza accontentarsi di una carrellata di foto qui presentate seguendo la visita passo, passo.


Dalla “Sala di Bona” si passa nella ”Anticamera del Re” e successivamente nel “Salotto Rosso” (Foto 4) e nello “Studio del Re” (Umberto I).


foto 4


Seguono: la “Camera da letto del Re” (Foto 5) e la “Sala dei Pappagalli” (Foto 6); da quest’ultima si accede al “Salotto della Regina” (Margherita) indicato anche come “Sala Gialla” e poi nella “Camera da letto della Regina” (Foto 7); queste ultime tre sale sono lungo la facciata anteriore del palazzo.


foto 5

foto 6

foto 7

Dalla Camera da letto della Regina si accede al “Gabinetto Ovale” (Foto 8) ovvero “Toletta della Regina” ed infine nel “Gabinetto Rotondo” (Foto 9) o “Sala da lavoro della Regina” dalla quale, se si aprisse la porta-finestra, si accederebbe alla terrazza sopra il rondò di ponente con vista panoramica sulla città.

foto 8

foto 9


A questo punto dobbiamo tornare indietro ripercorrendo le sale fino alla “Sala dei Pappagalli” da dove si raggiunge la “Cappella” (Foto 10) poi il “Salotto Celeste” (Foto 11), un tempo “Sala dei Cimbali”, che dà adito alla “Sala del Trono” (Foto 12) ed infine all’uscita dagli Appartamenti attraverso la “Sala Verde” (Foto 13) nella quale è tornato ad arredarla uno dei celebri stipi conservati a Pitti: lo stipo di “Vittoria della Rovere” (Foto 14).


foto 10


foto11


foto 12 

foto 13

foto 14

Maggiori dettagli concernenti le decorazioni e gli arredi della sale si possono leggere nel sito ufficiale delle Gallerie degli Uffizi; queste descrizioni le ho scaricate nel file qui allegato.

Usciti dagli Appartamenti passando per la Sala Verde, abbiamo fatto una veloce, ma interessante, visita alla Galleria Palatina, ricolma di pitture e ancora di statue e soprammobili; come spesso accade quando si fanno visite ripetute, anche questa volta abbiamo scoperto dei particolari e delle curiosità nascoste sfuggiti nel passato.

Faccio qui giusto due esempi di curiosità emerse nella visita.

Il primo esempio è relativo alla seconda sala della Galleria Palatina, nota come Galleria delle Statue; quest’ambiente all’origine era un portico affacciato sul cortile dell’Ammannati da dove i granduchi potevano assistere alle manifestazioni che si davano nel cortile stesso, in particolari occasioni; solo in epoca successiva il portico è stato tamponato, pur dotandolo di ampie finestre che ci danno ancora quella bella arci-fotografata prospettiva su Boboli.


Il secondo esempio è un inaspettato “Orecchio di Dioniso” nella Sala di Venere: si veda la (Foto 15) e si legga la sua didascalia.

foto 15


La visita è stata, come detto all’inizio, forse la più articolata di tante fatte nel passato e sicuramente ha entusiasmato tutti noi partecipanti.


4 commenti:

carlo greco ha detto...

Ciao Massimo,
Vasto e dettagliatissimo resoconto dell’imponente(modesto?) appartamento Granducale, che nemmeno una Guida Uffiiciale…
Ovviamente, seguono le mie congratulazioni ed un bel grazie da un pigrone che l’unica cosa che si è persa di quella giornata, è stato il mancato incontro con gli amici.
Si, perchè quando le guide culturali, con foto e commenti, sono così complete, si istiga (!) il titubante a risparmiarsi la levata all'alba ed i 70 Km per scendere a valle, ma godersi, comunque, il tutto (tranne gli amici), semplicemente clikkando sul sito del Blog.
(Scusate, e’ una battutaccia peregrina; ultimamente debbo districarmi fra vari, ravvicinati, impegni personali e familiari).
Ancora Buon Compleanno e buon proseguimento.
Carlo G.
P.S.: terza curiosità terra-terra: chissà se la decorata “seduta” nella toilette regale (foto 5), avesse già, a quei tempi, uno scarico per l’evacuazione in fogna, o dovesse essere svuotata, a comando, di volta in volta?

Massimo Pinzauti ha detto...

Grazie Carlo
Circa la toilette non ti so rispondere perché non ci possiamo entrare.
Non ho potuto fare filmati perché le disposizioni della Galleria lo vietano.

Anonimo ha detto...

Ehilà ! ci lamentiamo delle perdute professionalità del Pignone, ma chi sarebbe in grado oggi di realizzare lo Stipo di Vittoria della Rovere ?
A presto !
Marco Casini

Massimo Pinzauti ha detto...

A rigor del vero, l'Opificio delle Pietre dure fa ancora scuola.
Allievi ci sono, ma certamente oggi committenti tanto ricchi da potersi permettere un prodotto di tale costo sono sempre più rari.