venerdì 10 febbraio 2017

Firenze e il "Tramme"



 Ho appena ricevuto quest'Email da Carlo:

Un tempo, anni ’50, i' tranvai (in Italiano i’ tramme) veniva denigrato, e Firenze quasi si vergognava di averlo ancora in servizio; e festeggiò di modernità quando lo rottamarono.
Oggi, si minacciano sanzioni se le imprese che lavorano alla sua resurrezione, ritardano la consegna di qualche settimana.
(è di questi giorni che il sindaco minaccia di non dare loro un soldo se ritardano).

Carlo G.

Forse, ingenuamente, mi chiedo perché a Firenze hanno smantellato tutti i tramme, in altre città sono rimasti, almeno alcune linee. Da qualche anno da noi hanno cambiato idea e deciso che "il tramme è buono".
Credo che se con un po di accortezza avessero lasciata qualche linea l'adeguamento ai nuovi standard sarebbe stato meno sconvolgente per i fiorentini oltre che molto meno costoso. Ma probabilmente la mia è solo la solita polemica fiorentina.
Intanto godiamoci un po' vecchi tramme ….




6 commenti:

gigi mina ha detto...

Carlo e Mauro, quanti ricordi in quelle foto (no quelle 'di tramme trainato dai cavalli
perchè ancora non c'ero!!!!)- Il bigliettaio, appollaiato sul sedile che staccava biglietti
dai blocchetti che aveva in mano aiutandosi col dito pollice rivestito da un anello di gomma
simile a quello delle sarte(ma in ottone per loro) .
Ho viaggiato molto sulle linee 17 e 8- Quest'ultimo lo prendevo per andare a scuola alla Leonardo da Vinci quando frequentavo i tre anni di Avviamento- Faceva il capolinea
all'inizio della salita del Ponte di Mezzo.Mi ricordo che qualche "monello"si divertiva a staccare l'asta dal cavo elettrico tirandola per la corda facendo infuriare il manovratore.
Alcuni per non pagare il biglietto si aggrappavano dietro la vettura appoggiandosi sul
respingente.
Bei tempi!!!
Gigi

Anonimo ha detto...

Anch'io ho un vago ricordo di quei vecchi tram (ovviamente come per il Gigi, parlo di quelli elettrici).
Rammento da bambino, quando abitavo in via del Parione al numero 11 (ingresso posteriore del Palazzo Corsini), quindi prima dell'ottobre del 1958, quando cominciai la Prima classe elementare, di aver visto transitare quelle piccole sferraglianti vetture giù per il ponte alla Carraia e infilare via dei Fossi per fare capolinea in Piazza Santa Maria Novella.
Ricordo anche di esserci stato: i sedili erano solo due panche poste per lungo alle fiancate, fatte con doghe di legno (anch'esse per lungo), Per sostenersi nel corridoio centrale c'erano le aste tubolari al soffitto, da cui pendevano le "maniglie" di cuoio, alle quali ovviamente on ci arrivavo. Si pilotavano dalle due estremità come i locomotori, e il conduttore era ben in vista, dietro al reostato (massima velocità a nove tacche, mi diceva il babbo), dalle aperture laterali dalle quali si salive e si scendeva.
Indubbiamente non erano i treni Sirio Breda che vediamo passare oggi, per il momento sulla sola T1 - Scandicci - Firenze.
Massimo Pinzauti

carlo greco ha detto...

Visti i bei commenti di Gigi e Masssimo sull’argomento TRANVAI, allora, vorrei aggiungere anche il mio, che avevo inoltrato a Mauro per ringraziarlo della pubblicazione sul Blog.

“Mauro, mi hai fatto un gran piacere a pubblicarlo, tanto più che ne ho avuto indietro un'abbondanza di bellissimi ricordi (quante volte salivo sull'8, detto la Transiberiana) e viaggiavo siccome sardina (ma il bigliettaio incitava "Avanti, c'è posto!)", e allora non sempre riuscivo a scendere proprio lì, alla fermata ma, arditamente, un po' più in la', mentre il carrozzone piano piano, caracollando, riprendeva l'aire...
Quel fattorino dell'8 è un altro ricordo che mi è rimasto: aveva la mano sinistra di legno coperta con un guanto nero.
Come al solito, il tuo commento è garbato ed azzeccatissimo, e bella la girandola di bei tranvai. Ho dato poco, e ricevuto con interessi.
Ciao, Carlo

carlo greco ha detto...

E sapevate che per le frenate rapide, quei trammi avevano un deposito di sabbia sotto quei sedili/panca, che veniva rilasciata sui binari davanti alle ruote,(suppongo e auspico immadiatamente, alla bisogna)per aumentarne l'attrito di frenata?.
E vi ricordate che, a quei tranvai (almeno sull'8), d'estate le portiere invernali venivano sostituite da semplici cancelletti tipo staccionata da giardino?
E quando i' tramme arrivava allo scambio da binario singolo (su starde strette) a quello doppio, doveva fermarsi e quell ligio bigliettaio scendeva (piovesse o nevicasse) per spostare l'asta sull'altro filo?
E quando (ancora l'8)discendeva Spartaco Lavagnini, noi studenti (sic!)ci radunavamo sulla piattaforma posteriore e cominciavamo a saltellare, e così il tranvai faceva altrettanto (con somma inc...ra del conduttore)col rischio di uscire dale "verghe"?
Il resto alla prossima puntata.

Anonimo ha detto...

Sì, Carlo i "serbatoi" di sabbia per aumentare l'aderenza tra ruota e rotaia nelle frenate "rapide" è un trovato delle ferrovie. Detti serbatoi sono chiamati in termine ferroviario "siviere" ed erano presenti sulle locomotive (a vapore) e sui locomotori (disel o elettiche che siano).
Non so se le Ferrovie le impiegano ancora, considerando che la frenata del convoglio è adesso molto migliore di un tempo, con l'introduzione dei freni a disco su tutte le sale delle vetture, cosicché il locomotore non avverte particolare spinta in decelerazione.
Penso che sui ricordi "d'ittramme", per chi ne ha usufruito ben più di me che l'ho praticamente visto scomparire, ci potrebbe scrivere un libro.
Massimo Pinzauti

carlo greco ha detto...

Che bei trammiii! Visto, che andando più lenti ne sono apparsi di più? inoltre, nell'8 preso di fronte, mi sembra di riconoscere Gigi che va all'ITI, nel bimbo affacciato a destra