lunedì 4 luglio 2022

Incontro di Mercoledì 29 giugno 2022 Passeggiata sulle rampe …

 

Foto 1

 Ecco la recensione di Massimo della passeggiata:

Mercoledì 29 giugno 2022 alcuni del Gruppo “Quelli del Pignone” hanno effettuato la programmata “Passeggiata da Piazza San Niccolò al Piazzale Michelangelo, attraverso le Rampe del Poggi”.

 A partecipare, oltre allo scrivente, non eravamo molti, come mostra la foto di gruppo (Figura 1), numero cresciuto a sei poco dopo la foto, perché ci ha raggiunto Giampaolo Crinzi.

Già il giorno dopo sono arrivati dei commenti;  Arturo Ranfagni:  “una piacevole passeggiata”; Pierluigi Mina: “La camminata è stata un ottima scelta...aiutati anche dal clima.... caffè, arte, chiacchiere e compagnia, con Massimo nostra guida e interventi di Luca.”

 Ma il maggior merito va senz’altro all’architetto Giuseppe Poggi che inserì queste rampe nel macro-progetto del Viale dei Colli (realizzato tra 1865 e il 1870). Queste rampe salgono verso il piazzale per strada carrabile a dolce pendenza, affiancate da scalee e percorsi pedonali. Tre ampie terrazze sono disposte a circa uguale incremento di quota, prima di giungere al Piazzale Michelangelo, ognuna delle quali ha una fontana o delle grotte artificiali (Figura 2) dove l’acqua ha il suo buon gioco (e finalmente tutte restaurate recentemente), come già nel Rinascimento Fiorentino era uso sistemare nei giardini (vedi Villa di Castello o la monumentale Grotta del Buontalenti  in Boboli).

 

Fig. 2

Come avevamo previsto nel programma di quest’incontro, la passeggiata non finisce al Piazzale, ma con la visita delle due chiese del “Mons Florentinus”, come lo chiamavano i Romani: la francescana San Salvatore al Monte e la benedettina-olivetana San Miniato al Monte.

 San Salvatore al Monte fu fondata nel 1499 su disegno dell’architetto Simone del Pollaiolo, detto il Cronaca; struttura rinascimentale in stile basilicale (secondo i canoni dell’antica Roma), costituita da un’ampia aula con cappelle laterali, tetto a capriate in vista. Apparentemente spoglia, ma di forte suggestione per la sua nobiltà di linee (spero che dal filmato di questa mattinata si possa percepire tale atmosfera). Tra le curiosità storiche troviamo nell’interno, alla parete in controfacciata troviamo il busto di Marcello Adriani (+ 1521), scolpito da Andrea Ferrucci (Figura 3): fu il cancelliere della Repubblica che firmò la sentenza di condanna del Savonarola. Nell’annesso convento francescano si può sbirciare da un cancello un leggiadro chiostro con porticato e altana dalle esili colonne in pietra serena (Figura 4).

 

Fig.3

Fig. 4


Ultimo monumento visitato nella mattina è stato San Miniato al Monte, chiesa rappresentativa del romanico fiorentino, la cui prima pietra fu posta nel 1018, eretta avvalendosi anche di reperti recuperati dalla Florentia romana (capitelli, lesene, colonne), con qualche aggiunta anche più tarda, fino al Quattrocento con la michelozziana “Cappella del Crocifisso”, finanziata da Pietro il Gottoso de’ Medici, e la “Cappella del Cardinale di Portogallo”, armonioso complesso del Rinascimento fiorentino, costruita tra il 1461 e 1466 da Antonio Manetti, allievo del Brunelleschi, per sepoltura di Jacopo di Lusitania, nipote del re Alfonso di Portogallo e cardinale arcivescovo di Lisbona.

 

Particolarmente suggestiva è anche la cripta, nel cui altare si conservano le reliquie di San Miniato, tutta voltata su una selva di colonne di provenienze ed epoche diverse, riadattate per lo scopo.

 

Purtroppo imponenti restauri in corso hanno ridotto notevolmente la fruibilità delle opere contenute e degli ambienti, come la Sagrestia, affrescata da Spinello Aretino con le “Storie di San Bendetto” e la suddetta Cappella del Cardinale di Portogallo.

 

Il sacrato della basilica (quota 138 m s.l.m) offre uno dei più suggestivi panorami della città.

 

Ma non finisce qui; la discesa dal colle verso la zona di partenza l’abbiamo fatta per altra strada, ben più diretta, ma ripida: l’Erta Canina; una stretta via molto pittoresca, fiancheggiata da case più o meno signorili, tutte ben restaurate, che offre comunque, dei suggestivi panorami del centro di Firenze (Figura 5). L’ultimo tratto di questa via è tanto ripido che uno pseudo  tabernacolo ci avverte di fare attenzione (Figura 6); si legge, infatti, nella targa apposta la seguente supplica: “O Figlio, o Sposo, o Santa Genitrice, al passegger la via date felice”.

 

Fig. 5

Fig. 6

La via dell’Erta Canina termina in via del Monte alle Croci, prossima alla Porta a San Miniato.

Purtroppo il nostro regista Cocchi non ha potuto partecipare all'incontro e quindi il filmato di questo evento è arrangiato dal qui scrivente.

Qua trovate il bel filmato di Massimo

Ringraziamo Massimo per il suo gradito impegno.

sabato 18 giugno 2022

Incontro di Mercoledi 15 Giugno 2022.

 

  

L'incontro di metà Giugno è quello dopo il quale molti degli ex colleghi cominciano e spostarsi da Firenze per cercare un po' di fresco e quest'anno se ne sente più bisogno del solito.

In questa prima metà del mese abbiamo avuto ben 4 incontri .  Un po' di riposo ci farà bene…

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Ricordo che Mercoledi 22 Giugno alle ore 10 ci troviamo al Torrino di Santa Rosa per organizzare i prossimi incontri. Tutti sono invitati.

 

venerdì 17 giugno 2022

Martedi 14 Giugno 2022 visita al Museo delle officine Galileo

 


Premetto che per le nostre visite è quasi tassativa la possibilità di effettuarle utilizzando mezzi pubblici, e l'organizzazione di Autolinee Toscane ci ha creato qualche difficoltà.

La visita al museo è stata preceduta da una interessante presentazione della storia delle Officine Galileo e della sua integrazione con altre aziende fiorentine.  La presentazione è stata tenuta dall'ex dipendente Luciano Romeo direttore del museo.  

Nelle sale sono esposti numerosi oggetti prodotti dalla società. Sorprende la varietà dei settori che, oltre alla rinomata ottica, vanno dalla strumentazione chimica a quella astronomica, alla topografia, alla meteorologia, all'elettronica militare ecc.  ecc.

Personalmente ho trovato la visita particolarmente interessante e certamente da consigliare a chi è interessato a questo tipo genere di musei. Sempre personalmente sono stato colpito da alcune apparecchiature per radar che avevo conosciuto e anche utilizzato durante gli studi universitari e che adesso parevano quasi "antiche" e riflettendo ho capito che non mi sarei dovuto meravigliare …

Un'altra considerazione è l'idea di un qualcosa di simile per il nostro Pignone. Chiaramente sarà difficile anche pensare ad un museo dove sono raccolti alcuni dei nostri prodotti. Già sarebbe un grande risultato riuscire a far cessare la distruzione dei documenti storici  disponibili. Considero quasi un obbligo tutelare il ricordo verso quel mondo che per tanti anni mi ha dato da vivere e non solo dal punto di vista economico. 

Nel nostro piccolo continuo ad invitare a raccogliere attraverso il blog anche solo ricordi o foto di quello che è stato il Pignone. Nel blog andate alle "nostre pagine" e date un'occhiata alle pagine "per collaborare".

Il bel filmato del nostro Regista Mauro (Cocchi) illustra bene la presentazione introduttiva e la visita alle sale.
L'idea e l'organizzazione della visita è dovuta a Claudio (Bartali) che
ringraziamo insieme al nostro Regista .

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 Ricordo che Mercoledi 22 Giugno alle ore 10 ci troviamo al Torrino di Santa Rosa per organizzare i prossimi incontri. Tutti sono invitati.

martedì 14 giugno 2022

Venerdì 10 giugno 2022 Terza visita all'Osservatorio Ximeniano ..

Come al solito è Massimo che si cura di recensire la visita:

Foto 1

 

Venerdì 10 giugno 2022: per la terza volta “Quelli del Pignone” hanno visitato l’Osservatorio Ximeniano (Borgo San Lorenzo, 26) con una discreta partecipazione come mostra la foto di Figura 1 (presenti anche tre invitati) scattata al termine della visita;  partecipazione equivalente a quella delle due visite precedenti svoltesi il 3 febbraio 2016 e il 30 ottobre 2019 come vediamo dalle rispettive foto di gruppo, entrambe scattate sulla terrazza metereologica dell’Osservatorio (Figura 2 e Figura 3).

 

Figura 2

Figura 3

La visita non si è discostata dai temi delle precedenti; è iniziata con una lezione in aula, all’ultimo piano dell’edificio dove comincia il percorso museale, allo scopo d’illustrare la storia dell’Osservatorio attraverso i suoi storici scienziati che vi esercitarono la loro attività di misure e di ricerca, nonché d’invenzioni.

 Il primo, da cui prese il nome l’Osservatorio, è il siciliano Leonardo Ximenes (Trapani, 1716 – Firenze, 1786), gesuita, astronomo, ingegnere civile (idraulica e strade) e geografo, ricordato all’ingresso dell’aula con un busto sovrastante la lapide commemorativa (Figura 4); poi Giovanni Inghirami (Volterra, 1779 – Firenze, 1851), presbitero scolopo, studioso di idraulica e astronomia, anche questo ricordato con un busto (Figura 5) nell’anticamera dell’aula, fino al più recente padre Guido Alfani (Firenze, 1876-1940), del quale un ritratto parlante è esposto presso l’ingresso della biblioteca ximeniana nuova (Figura 6).

 


Figura 4
 
Figura 5
Figura 6

Terminata la “lezione”, giro museale iniziando dalla panoramica terrazza dove sono gli strumenti per il rilevamento meteorologico (temperatura ambiente, vento in direzione ed entità, pluviometria); a seguire le sale che raccolgono strumenti per i rilevamenti astronomici (quadranti, sestanti, astrolabi, ecc.) e topografici (in numero ben ridotto rispetto alle visite precedenti) nelle quali campeggia una Tavola Pretoriana (Figura 7) per i rilievi topografici di dettaglio, nonché alcune carte geografiche storiche come la prima Carta Geometrica della Toscana del 1830 ca. Nella sala successiva sono raccolti i più antichi sismografi, tra cui uno dei primi rilevatori tri-direzionali (Figura 8), molti d’invenzione del padre Filippo Cecchi (Ponte Buggianese, 1822 – Firenze, 1887), fine studioso e mente meccanica, che si dedicò prevalentemente alla sismologia. Passando, poi, per la biblioteca nuova, si raggiunge la sala dove sono esposti gli strumenti relativi all’elettrologia e alla radiofonia per concludere in quella sala dedicata al famoso motore a gas, a combustione interna, noto come il Motore di Matteucci e Barsanti.

 

Figura 7

Figura 8

Purtroppo, questa volta, dobbiamo lamentare una notevole restrizione del numero degli strumenti esposti, specialmente nell’ambito topografico, ma anche in quello radiofonico per il quale un’intera sala, grande, intravista attraverso le porte chiuse a vetri, raccoglie molti interessanti apparecchi costruiti al tempo del padre Alfani; lo stesso dicasi del materiale fotografico come, ad esempio, la fotografia del padre Guido Alfani con Guglielmo Marconi (Figura 9), all’osservatorio, in occasione dell’installazione del telegrafo senza fili per la trasmissione del “segnale orario”. 

Figura 9

 Per motivi di conservazione e di stabilizzazione non abbiamo avuto accesso, come le volte precedenti, alla biblioteca di Leonardo Ximenes, dotata di una “porta segreta” (Figure 10 e 11 con foto delle precedenti visite) e al telescopio nella cupola dell’osservatorio, del quale presento qui due foto (Figure 12 e 13) riprese nel passato.

 

Figura 10

Figura 11
Figura 12
Figura 13

Nell’insieme, comunque, la visita si può dire interessante e dobbiamo ringraziare Eugenio Stefani per averla organizzata.

Segue  il bel filmato di Massimo.

Ringraziamenti meritati  a Massimo  e a Eugenio.

 

sabato 4 giugno 2022

Incontro del 1° Giugno : Visita alla Città di Prato

Qua il resoconto  della visita di Massimo

Foto 1

 

Seguendo il programma stilato per questa gita a Prato, la prima tappa è la chiesa di San Domenico: davanti alla facciata, foto di gruppo dei partecipanti (Foto 01) scattata da me qui scrivente. La chiesa è d’origine tardo romanica (1283), secondo lo stile importato da Pisa e Lucca; ha l’interno completamente rifatto in forme barocche leggere (Foto 02) da Baccio del Bianco (1647); conserva ai suoi altari dipinti di Niccolò Gerini, del Poppi, di Pier Dandini e di Camillo Sacrestani, dunque autori dal XIV al XVII secolo.

 

Foto 2

Dopo la chiesa domenicana, visita alla chiesa di San Francesco, fondata attorno al 1290, che si erge nella ridente omonima piazza (Foto 03). La facciata tipica dal paramento a fasce orizzontati bianche e verdi, termina con il timpano della fine ‘400, forse dovuto a Giuliano da Sangallo; l’interno (Foto 04), ampio ad aula unica, conserva ancora le sue forme d’origine, con tetto a capriate in vista. Al suo interno ospita la lastra tombale a pavimento del celebre mercante pratese Francesco di Marco Datini e la tomba di Gemignano Inghirami (+1460), mecenate, giureconsulto e prelato pratese, attribuibile a Bernardo Rossellino.

Foto 3

 

Foto 4

Proseguendo sul fianco della suddetta chiesa, in pochi passi abbiamo raggiunto una delle piazze più scenografiche di Prato: piazza Santa Maria delle Carceri (Foto 05), dominata dal famoso Castello dell’Imperatore (costruito attorno al 1248 per Federico II di Svevia) e dalla rinascimentale chiesa da cui prende nome la piazza, capolavoro architettonico di Giuliano da Sangallo, innalzata sul finire del XV secolo, a pianta centrale (croce greca), purtroppo dal paramento marmoreo non completato.

Foto 5

Ancora pochi passi e siamo entrati nella Piazza del Comune (Foto 06), delimitata su due lati dal porticato del Municipio al quale si oppone il medievale Palazzo Pretorio (Foto 07) di imponente mole, che ospita, appunto, il Museo del Palazzo Pretorio (un tempo noto come Galleria Comunale): museo importante per le sue collezioni e doverosa tappa del nostro tour.

 

Foto 6

Foto 7

Nel Museo le opere sono ordinate seguendo il criterio cronologico e vanno dal XIII al XIX secolo, con un percorso che si sviluppa sui tre piani dell’edificio; cominciando da Bernardo Daddi, del quale è la predella con “Storie della Sacra Cintola” (Foto 08), troviamo poi opere di Giovanni da Milano, Lorenzo Monaco, Filippo e Filippino Lippi, il Poppi, Alessandro Allori e del vasariano Santi di Tito, poi del Battistello Caracciolo e Cecco Bravo, fino ai gessi dell’ottocentesco neo-classico scultore Lorenzo Bartolini. Il Museo, come lo vediamo oggi, è frutto degli allestimenti messi in atto nel 1998, sfruttando anche sale architettonicamente imponenti (Foto 09 e Foto 10). Saliti, infine, sulla terrazza che sovrasta l’edificio, abbiamo potuto godere di un ampio panorama della città e dei suoi colli (Foto 11).

Foto 8


Foto 9


 

Foto 10


Foto 11

Con questa visita museale abbiamo concluso il programma previsto per la mattina, ovvero quella parte che richiede maggiori spostamenti, e prima di lasciare il Museo, altra foto di gruppo (Foto 12) scattataci da una gentile impiegata.

 

Foto 12

 L’area tra la Piazza del Comune e la Piazza del Duomo offre al visitatore molte scorci caratteristici, suggestivi, come la via del Pesce (Foto 13) col suo bel portico.

Foto 13

 Dopo la necessaria pausa pranzo, effettuata in un ristorante di Via dell’Accademia, nei pressi del Duomo, il gruppo ha proseguito la visita come da programma (sia pure con qualche partecipante in meno, per impegni pomeridiani di alcuni):  Piazza del Duomo, la Cattedrale e il Museo dell’Opera del Duomo.

 La piazza suddetta, ampia, un tempo adibita anche ad una sorta di calcio in costume fino XVIII secolo, si sviluppa davanti alla cattedrale e lungo il suo fianco destro. Purtroppo i necessari restauri in corso alla facciata del duomo e al suo fianco destro ci hanno tolto quella bella visione che questo monumento ci offre dalla piazza.

 La cattedrale sorge sul luogo dove già dal V secolo era una pieve dedicata a Santo Stefano, della quale ha conservato la dedicazione; l’edificio attuale, dalla facciata tardo-gotica dal tipico paramento a fasce chiare e scure, conserva l’interno romanico, ampio ed elegante (Foto 14) al quale fu aggiunto alla metà del XIV secolo, ad opera di Nicola Pisano, il gotico presbiterio (Foto 15) composto da cinque cappelle; in esse troviamo cicli pittorici ad affresco che rappresentano un vero tesoro dell’arte, come la Cappella dell’Assunta affrescata da Paolo Uccello e terminata da Andrea di Giusto in cui sono le “Storie della Vergine e di Santo Stefano”. Ancora, la cappella maggiore, il cui coro Filippo Lippi decorò completamente con le “Storie di Santo Stefano e di San Giovanni Battista”, celeberrimo ciclo di affreschi rinascimentale già preludio dei più recenti Ghirlandaio e Botticelli: di quest’ultimo sembra vedere una sua opera nel dettaglio della Danza di Salomè (Foto 16) nella scena del “Banchetto di Erode”.

Foto 14

 

Foto 15

Foto 16

La storia mistica, religiosa, di Prato è molto legata alla preziosa reliquia del Sacro Cingolo, popolarmente detta anche la Sacra Cintola (la cintura che la Vergine Maria, all’Assunzione in Cielo, donò all’apostolo San Tommaso) che fu portata a Prato dal pellegrino Michele, nel 1141, ma solo in punto di morte, nel 1172, la donò al Proposto della Pieve di Santo Stefano (poi divenuta Cattedrale, come detto sopra). La custodia di questa Santissima reliquia all’interno del Duomo è nella Cappella della Sacra Cintola (Foto 17), affrescata da Agnolo Gaddi con “Storie della Vergine e della Sacra Cintola” (1392-1395), recintata su due lati da una splendida cancellata in bronzo (1438-68) su disegno di Maso di Bartolomeo, con quadrilobi e fregi naturalistici.

 

Foto 17

L’ostensione di questa reliquia viene effettuata dal balcone interno della facciata della cattedrale e dal pulpito esterno (1428-38) del Donatello e Michelozzo; ancora oggi la cerimonia è effettuata cinque volte all’anno: per Natale, Pasqua, 1° maggio, 15 agosto e 8 settembre.

Dopo decenni di lavori, il Museo dell’Opera del Duomo ci offre anch’esso la fruizione di suggestivi ambienti, quali il sotterraneo (Foto 18) corrispondente al sovrastante transetto del Duomo, il chiostro interno della canonica (Foto 19), nonché le esposizioni archeologiche e statuarie più moderne, quali le formelle originali donatelliane (Foto 20) del parapetto del Pulpito esterno della cattedrale (per l’ostensione della Sacra Cintola); notevole anche la raccolta di quadri provenienti, prevalentemente, da soppressi luoghi di culto della Diocesi pratese, come la pala di Filippo Lippi con “Esequie di San Girolamo” (Foto 21).

Foto 18

 

Foto 19


Foto 20

Foto 21

Per tornare verso la Stazione F.S., per una breve deviazione, siamo passati da un altro ridente luogo: Piazza Sant’Agostino (Foto 22) dove si erge l’omonima chiesa, romanica (danneggiata nella parte absidale dai bombardamenti del 1944, poi ripristinata); interno luminoso dalle singolari colonne in mattoni (Foto 23). Alle pareti sono apposti gli altari, come dettato dalla Controriforma, con belle pale dell’Empoli, Lorenzo Lippi e G. B. Naldini, quindi dal XVI al XVII secolo.

 

Foto 22

Foto 23

 Sì, senza alcun dubbio, per me visitare Prato dopo quasi mezzo secolo dall’ultima volta che l’ho vista, mi ha fatto una buonissima impressione, anche a dispetto dei molti restauri in corso, inevitabili per la conservazione dei nostri tesori.

 Il filmato del Cocchi saprà meglio descrivere la buona impressione e il senso di soddisfazione percepiti, credo, da tutti in questa visita turistica di fine primavera.

Qua il solito bel filmato di Mauro (Cocchi)

Soliti, veramente dovuti, ringraziamenti a Massimo e Mauro (Cocchi) per il loro lavoro.

Per chi non l'avesse fatto, ricordo che è ancora in tempo per prenotare la visita al Museo delle Officine Galileo prevista per il  14 Giugno.

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Eugenio ha riprogrammato la visita allo Ximeniano

venerdì 20 maggio 2022

Incontro del 18 Maggio 2022 con pranzo sull'Arno.

 

 

Fare cose insieme, anche solo chiacchierare, ci fa stare bene, anche il solo passeggiare in compagnia. Pranzare insieme è ancora meglio, ha un qualcosa di particolare.

Penso che spesso non ci rendiamo conto di quanto sia importante l'aspetto sociale per il nostro benessere.  Una delle frustrazioni del modo attuale di vivere è l'anonimato. Credo che molto del successo dei "social" sia dovuto a questo bisogno che finiamo per surrogare con Facebook e simili.

Da tempo parlavamo di organizzare questo pranzo. Il posto è molto piacevole e per noi è anche particolare, così a pochi passi dove il nostro Pignone è nato.

E' stata  l'occasione di rivedere diversi ex-colleghi. In particolare ha fatto piacere la partecipazione del nostro Mario (Bianchi).

Al pranzo poi le "signore" hanno fatto gruppo e anche loro hanno socializzato come solo l'altro sesso sa fare.

A proposito di amici che da un pezzo "non si vedevano", proprio oggi Arturo ci ha portato buone notizie del nostro Talamazzini (97 anni)  e della moglie 98 che salutiamo.

 

 
 

Qua trovate il filmato di Massimo prontamente montato dal nostro Regista Mauro (Cocchi).

 Oltre ai soliti Massimo e Mauro ringraziamo tutti i partecipanti che hanno contribuito a questa bella giornata.
 
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 Mercoledi prossimo, 25 Maggio alle ore 10 ci troviamo al Torrino di Santa Rosa per organizzare i prossimi incontri.