Foto 1 |
Ancora una volta ringraziamo Massimo che ha
preparato per noi: organizzazione della visita, recensione e foto.
Il museo si sviluppa su tre
piani, oltre a quello terreno che in origine era aperto in facciata ad uso di
loggia (tipico di molti palazzi di mercanti e banchieri). Partendo dal primo
piano e salendo fino al terzo seguiamo l'evoluzione nel tempo del mobilio e
delle suppellettili, cominciando dal XIV secolo e via via in epoche più recenti
fino al XIX secolo, con l'ultimo piano che conserva l'ampia cucina attrezzata e
adatta per ogni sorta di lavori domestici.
Non dico nulla della storia
di questo palazzo, interessante e articolata, che possiamo leggere nel blog
stesso del museo al seguente indirizzo:
Dai depositi degli Uffizi
furono portati i dipinti su tavole semicircolari raffiguranti "Quattro
Trionfi" del Petrarca (Foto 2) che formavano (assieme a tavole piane
dipinte, scomparse) la decorazione esterna di due forzieri, una volta
attribuite al "Maestro del Cassone degli Adimari" (al Bargello), ma
oggi risultanti essere dello Scheggia (Giovanni di ser Giovanni Guidi detto lo,
San Giovanni Valdarno, 1406 - Firenze, 1486), fratello del Masaccio.
Foto 2 |
Dal Museo degli Argenti viene la serie di sei arazzi fiamminghi del XVI secolo con "Storie di Davide e Betsabea" (Foto 3).
Foto 3 |
Sempre da quello stesso Museo
provengono le due donazioni Bargagli e Nugent di trine e merletti di Fiandra e
Francia, esposte all'ultimo piano (Foto 4).
Ogni piano del palazzo ripete
la stessa pianta di quello sottostante e si sviluppa attorno al cortile
interno; per ogni piano troviamo un salone che guarda in facciata, una camera
da letto con caminetto, un soggiorno con caminetto e il luogo di
"agiamento".
Le decorazioni murali a
pittura delle sale simulano stoffe appese d'apparato a disegni geometrici,
tipiche del Trecento e Quattrocento. Le camere sono decorate nell'alto delle
pareti con un fregio dipinto lungo tutto il perimetro della stanza simulante
archetti che si aprono su verzieri; quella al primo piano, tra gli archetti,
presenta gli stemmi dei Davizzi e delle famiglie ad essi congiunte o amiche;
nella seconda camera gli archetti mostrano le scene dell'intera storia o
leggenda della "Castellana di Virgì" (Foto 5 e Foto 6) e infine,
nell'ultima, sempre contro il fondo di verzieri, dei graziosi vasi.
Foto 5 |
Foto 6 |
Tantissime sono le curiosità
offerte da questo palazzo e delle più diverse: una di queste è il pozzo al
quale si attinge da ogni piano dell'edificio ("acqua in casa", basta
agire sulla fune del secchio, come in tutti i pozzi !). Inaspettata sorpresa sono le quattro botole
nel pavimento della cosiddetta Sala Madornale, al primo piano guardante in
facciata: vere e proprie "caditoie" di difesa, in piombo sulla
sottostante loggia al terreno (oggi la vediamo chiusa ad atrio), con pronte
munizioni conservate nei pressi in apposito loculo (Foto 7).
Foto 7 |
Foto 8 |
Ripeto: è un Museo veramente
da visitare.
2 commenti:
Complimenti a Mauro e Massino per l’estesissimo e dettagliato resoconto di ogni angolo del bel Palazzo Davanzati.
Negli anni ’70, quando mi interessavo di fotografia, entravo spesso (perché a gratisis) a bracare ogni recesso accessibile. E gli arredi erano quelli della Famiglia del tempo, quindi molto più spogli di come descritto nel Blog.
Osservando la varietà degli arredi e dei tanti accessori necessari al vivere quotidiano sparsi per la casa, mi era agevolato “vedere” i residenti intenti alle loro necessità, oppure immaginare che si fossero allontanati momentaneamente per qualche loro viaggio. In cucina c’era ancora la carbonella nei fornelli ed i muri anneriti dalla fuliggine e pieni di graffiti dei lavoranti facevano pensare ai preparativi per pranzo o cena nell'imminenza del rientro dei Signori di Casa. E la “ritirata” con la buca faceva, ovviamente, immaginare alla parità di stato che in quelle circostanze si stabiliva fra il Signore e la Plebe, entrambi con le brache calate.
Carlo
P.s.: vi avrei fatto compagnia, ovviamente, molto volentieri. Ma è destino che molti impegni (questa volta revisione della caldaia), debbano cadere di mercoledì. Per il pranzo di Natale ho messo le mani avanti.
Ero uno dei 7...Da fiorentino dico che mi vergogno di non essere mai entrato,prima di ora,
in questo gioiello di palazzo. Le foto e quanto descritto non sono che una piccola parte di quanto c'è dentro. Mi sono ripromesso di ritornarci con mia moglie perchè è veramente da ammirare.
Un grazie a Massimo per la sua guida e a Mauro per la cura con cui gestisce il blog, una impostazione di foto e descrizione di quanto visto da invogliare gli assenti ad andare a visitare il palazzo. E non solo in questa occasione.
Saluti a tutti i lettori del blog
Gigi
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