Il BLOG dei Pensionati Nuovo Pignone. .......... “sarà che per me quando ci vediamo è sempre una festa”
mercoledì 30 gennaio 2019
giovedì 17 gennaio 2019
Incontro del 16 Gennaio...due Pensionati del Pignone e l' E45
Le nostre chiacchierate in
piazza avvengono a gruppetti. A seconda dell'argomento si va da gruppi di anche
una decina per quelli d'interesse generale a quelli di due quando l'argomento è personale. Così ieri io e Riziero eravano soli e parlavamo dei "nostri
luoghi". Io anche se fiorentino ho il mio "luogo del cuore" in
un paesino vicino alle sorgenti del Tevere, Riziero è nato pochi chilometri a
nord. Questo paesino, dove è nata la mia mamma, è dove da ragazzo ho passato le
vacanze. Erano tre mesi di libertà
sfrenata nel Tevere e nei boschi, li dove tutti erano parenti: zio o zia. Per
questo è il mio "luogo del cuore" ed è sempre stato importante per me. Da quando
sono in pensione è la principale passione. Quando posso mi dedico a questo alla
sua storia alla sua gente.
Così ho realizzato un sito
internet dove racconto un po' della sua
storia, dei ricordi, delle tradizioni raccolte e altro,
ho fatto anche una pagina FB per condividere vecchie foto e ricordi e
ritrovare vecchi-giovani amici.
Stavo raccontando a Riziero
che quest'estate avevo riscoperto piccoli tratti lastricati dell'antica strada romana che risalendo il Tevere univa la
Toscana alla Romagna e che fino al 1930 era l'unica via per raggiungere la Romagna, dopo, Mussolini fece costruire la
statale 3Bis lassù chiamata "la nazionale", infine Fanfani la
superstrada E45. Si diceva che la 3Bis da anni non era più accessibile per le frane,
e che da molto si parlava di riattivarla come alternativa all'E45
malridotta che prima o poi sarebbe stata chiusa. Si parlava degli incidenti antichi e recenti avvenuti in quelle
strade. Nel paesino ci sono addirittura diverse leggende su queste vicende.
Così tornato a casa e saputo
del sequestro dell'E45 proprio da Valsavignone sono rimasto molto sorpreso
quasi come si trattasse di un fenomeno paranormale.
Ecco qua il mio hobby un po'
come per Mario è il modellismo:
*****************
Massimo ci ha stupito ancora
una volta con una sua Guida.
La guida riguarda il Museo
Nazionale di Arte Medievale e Moderna di Arezzo.
Ci sarà utile per la prevista
visita primaverile ad Arezzo…
Massimo scrive che …visto che
del Museo non si trovano pubblicazioni a
catalogo ho cercato di rimediarvi ….
Potrebbe anche pubblicarla e
metterla in vendita così com'è. La guida, di ben 36 pagine, è molto ben documentata con foto introduzioni e
descrizioni ….
Ringraziamo ancora Massimo
per il suo notevole e continuo contributo al Gruppo.
*******************
Mercoledì prossimo 23 Gennaio ci troviamo al Caffè delle Oblate alle ore 10.
lunedì 7 gennaio 2019
La Befana del Pignone …….
I miei ricordi della Befana
al Pignone risalgono a oltre 20 anni fa quando portavo Leonardo a
"prendere la calza", ricordo gli spettacoli per i ragazzi alla
mensa…. La visita allo stabilimento quasi non me la ricordo anche perché allora
c'ero ogni giorno. Quest'anno c'era la possibilità di ritornare a visitare lo
stabilmento ma mi sono accorto di essere combattuto se tornarci dopo diversi
anni, forse preferivo ricordarmelo com'era e non l'ho fatto. Vincenzo invece ci è andato e ci racconta così bene le
sue impressioni che è un po' come esserci stato….:
"Come programmato, sono stato in visita allo stabilimento del Pignone in occasione della tradizionale apertura di Befana.
Ero insieme a Ezio Campani e ad un mio carissimo amico, Gabriele, che mi aveva manifestato da tempo il desiderio di visitare il Pignone.
Ringrazio Stefano Mantellassi che ha accettato di spendere una mattinata di festa per accompagnarci nella visita (è infatti formalmente necessario un dipendente che “inviti” e “accompagni” gli ospiti). Lo ringrazio anche e soprattutto, però, per tutte le spiegazioni che ci ha dato nel corso della visita. E poi quanta passione ci mette nel raccontare il Pignone!
Che dire? Erano più di dieci anni che non varcavo la soglia del Pignone e quindi un po’ di emozione l’ho provata, anche se mitigata dal fatto di essere entrato da FIR.
La prima cosa che colpisce entrando (dopo un saluto d’obbligo a Vigorone) è indubbiamente la mensa ristrutturata. Ora sembra la hall di un grande albergo e mi dicono che anche la qualità del cibo sia in linea con la qualità dell’ambiente. Decisamente un plus.
Ma andiamo alle cose “serie”. L’officina si presenta nella sua maestosità consueta, simile a quella di una moderna e laica cattedrale e alla prima occhiata ti sembra che nulla sia cambiato. Come sempre colpisce l’ordine (“sembra un salotto” è stato il commento del mio amico che la visitava per la prima volta). Rispetto al passato ci sono cartelli “didascalici” attaccati alle varie campate che indicano i vari tipi di lavorazioni a cui ciascuna è dedicata (è cosa abbastanza buffa, ma forse ora c’è qualche normativa che lo prescrive) e poi sono indicate in modo ancora più marcato che in passato le zone di lavoro, le vie di transito e le aree per così dire “pedonali”.
Poco sopra ho detto che “ti sembra che nulla sia cambiato”. In realtà inoltrandosi nella visita ti accorgi ben presto che ci sono nuove macchine utensili legate a metodi di lavorazione sviluppati negli ultimi anni (uno per tutte l’elettroerosione), come pure attira l’attenzione la sezione in cui viene sviluppata la “stampa 3D” di componenti.
L’attenzione è richiamata anche da un recente bunker gigante per la prova di sopravelocità di grossi rotori di compressori e turbine.
È stato poi emozionante ritrovare, come si ritrovano delle vecchie conoscenze, là al loro posto, dove … le avevo lasciate, macchine storiche come le mitiche “Mandelli a 5 assi”, allora fiore all’occhiello quando si accompagnavano in officina i clienti già a fine ’80 o primi ’90.
In definitiva la sensazione confortante che si ricava da questo mix di vecchio e nuovo è che l’officina in questi anni si sia via via ben aggiornata per consentire al nostro amato vecchio Pignone di rimanere azienda leader nel mondo.
Ritornare al Pignone ha riacceso in me bei ricordi e pur senza indulgere a inutile retorica, non credo di sbagliare a dire che ne vale sempre la pena visto quanto del tempo migliore della nostra vita tutti ci abbiamo passato e quanto impegno gli abbiamo dedicato!"
Ero insieme a Ezio Campani e ad un mio carissimo amico, Gabriele, che mi aveva manifestato da tempo il desiderio di visitare il Pignone.
Ringrazio Stefano Mantellassi che ha accettato di spendere una mattinata di festa per accompagnarci nella visita (è infatti formalmente necessario un dipendente che “inviti” e “accompagni” gli ospiti). Lo ringrazio anche e soprattutto, però, per tutte le spiegazioni che ci ha dato nel corso della visita. E poi quanta passione ci mette nel raccontare il Pignone!
Che dire? Erano più di dieci anni che non varcavo la soglia del Pignone e quindi un po’ di emozione l’ho provata, anche se mitigata dal fatto di essere entrato da FIR.
La prima cosa che colpisce entrando (dopo un saluto d’obbligo a Vigorone) è indubbiamente la mensa ristrutturata. Ora sembra la hall di un grande albergo e mi dicono che anche la qualità del cibo sia in linea con la qualità dell’ambiente. Decisamente un plus.
Ma andiamo alle cose “serie”. L’officina si presenta nella sua maestosità consueta, simile a quella di una moderna e laica cattedrale e alla prima occhiata ti sembra che nulla sia cambiato. Come sempre colpisce l’ordine (“sembra un salotto” è stato il commento del mio amico che la visitava per la prima volta). Rispetto al passato ci sono cartelli “didascalici” attaccati alle varie campate che indicano i vari tipi di lavorazioni a cui ciascuna è dedicata (è cosa abbastanza buffa, ma forse ora c’è qualche normativa che lo prescrive) e poi sono indicate in modo ancora più marcato che in passato le zone di lavoro, le vie di transito e le aree per così dire “pedonali”.
Poco sopra ho detto che “ti sembra che nulla sia cambiato”. In realtà inoltrandosi nella visita ti accorgi ben presto che ci sono nuove macchine utensili legate a metodi di lavorazione sviluppati negli ultimi anni (uno per tutte l’elettroerosione), come pure attira l’attenzione la sezione in cui viene sviluppata la “stampa 3D” di componenti.
L’attenzione è richiamata anche da un recente bunker gigante per la prova di sopravelocità di grossi rotori di compressori e turbine.
È stato poi emozionante ritrovare, come si ritrovano delle vecchie conoscenze, là al loro posto, dove … le avevo lasciate, macchine storiche come le mitiche “Mandelli a 5 assi”, allora fiore all’occhiello quando si accompagnavano in officina i clienti già a fine ’80 o primi ’90.
In definitiva la sensazione confortante che si ricava da questo mix di vecchio e nuovo è che l’officina in questi anni si sia via via ben aggiornata per consentire al nostro amato vecchio Pignone di rimanere azienda leader nel mondo.
Ritornare al Pignone ha riacceso in me bei ricordi e pur senza indulgere a inutile retorica, non credo di sbagliare a dire che ne vale sempre la pena visto quanto del tempo migliore della nostra vita tutti ci abbiamo passato e quanto impegno gli abbiamo dedicato!"
Ringraziamo di questa bella descrizione Vincenzo.
A proposito, di vecchie mense proviamo a capire insieme di quale mensa si tratta quella della foto ...
La vecchia mensa ......chi l'ha vista ce lo faccia sapere ....
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