lunedì 10 giugno 2024

Incontro di Mercoledì 5 giugno: gita a Empoli.

 

foto 1

Ancora  Massimo ci invia una recensione, quella dell' incontro di Mercoledì 5 giugno: gita a Empoli.

 Pur essendo una giornata climaticamente invitante alle gite turistiche, eravamo solo sette partecipanti, come ci mostra la foto di gruppo scattata dal qui scrivente (Foto 1) in Piazza della Vittoria (dopo il tradizionale caffè/colazione consumato all'arrivo), con alle spalle la chiesa della Madonna del Pozzo, prima tappa del nostro giro turistico.

 La chiesa, seicentesca, consta di un tempietto ottagonale, circondato da portico, che conserva al suo interno un affresco quattrocentesco (Foto 2) con "Madonna col Bambino", originariamente situato in un tabernacolo prossimo ad un pozzo attiguo ad una locanda; nel 1523 l'incendio che distrusse completamente l'edificio lasciò "illesa" l'immagine che da allora fu ritenuta miracolosa.

 

foto 2

Empoli si presenta come una piccola, ma ridente, città la cui fondazione risale ai tempi di Roma, sulla sponda sinistra dell'Arno, ed ebbe il suo primo insediamento urbano nella zona attorno alla chiesa di Santa Maria a Ripa, cioè a ponente dell'attuale centro medioevale; indicato come "Portu Emporii" (Tabula Peutingeriana) l'attuale nome deriva probabilmente dalla corruzione del nome latino. Fu sicuramente importante porto fluviale, per i traffici tra l'Arno e le valli Pesa e Nievole.

Foto 3

La città anche nel Medioevo, tenuta dai conti Guidi per conto dell'Impero, ebbe una tale fortuna commerciale da consentire ai suoi abitanti una certa autonomia di governo, tanto da ottenere nel 1119 da quei conti l'autorizzazione a circondare di mura il loro abitato.Il centro medioevale della città è la Piazza Farinata degli Uberti (Foto 3), porticata su tre lati. Al lato di ponente si affaccia il palazzo dei Guidi dove l'indomani della famosa battaglia di Montaperti (4 settembre 1260; battaglia dove i Guelfi di Firenze furono rovinosamente sconfitti dai Ghibellini delle truppe di Manfredi, congiunte con Siena e fuoriusciti fiorentini di quel partito capeggiati da Farinata), i vincitori si radunarono per stabilire le condizioni di pace; in quella sede i vincitori unanimemente volevano radere al suolo la città sconfitta, ma Farinata degli Uberti (ricordato da Dante nel X canto dell’Inferno), che amava la sua città natia più fortemente del suo odio per i Guelfi che l'avevano esiliato, s'oppose aspramente sguainando la sua spada minacciosa e la città fu salva! Da allora il palazzo è indicato come Palazzo Ghibellino.

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 Sul lato opposto della piazza, quello di levante, si erge la facciata della celebre Collegiata di Sant'Andrea (Foto 4) probabilmente fondata nel 1093 in stile romanico fiorentino, con paramento marmoreo bianco e scansioni geometriche in verde di Prato (forse al posto di una precedente chiesuola paleocristiana), sullo stile di San Miniato al Monte e del Battistero fiorentino; così Empoli rappresenta il limite occidentale della diffusione di questo stile fiorentino, perché avanzando oltre, sempre verso ponente, troviamo la diffusone dell'altro stile romanico: quello pisano-lucchese. Purtroppo l'interno della Collegiata (Foto 5) non conserva più nulla dell'impianto romanico, perché nel 1735 l'architetto Ferdinando Ruggeri lo trasformò completamente da edificio a tre navate in uno ad unica aula e rialzò il soffitto con conseguente alterazione della parte superiore del paramento di facciata; nel 1763 il soffitto venne affrescato con la "Apoteosi di Sant'Andrea" da Vincenzo Meucci (1669-1726). Da qualche anno è stato ricollocato sull'altare maggiore un bel trittico del fiorentino Lorenzo di Bicci (not. 1370 -1427) rappresentante la "Madonna in trono tra i santi Martino, Andrea, Agata e Giovanni Battista".

 

foto 5

foto 6
Quasi a fianco della Collegiata è situato l'importante Museo della Collegiata di Empoli, uno dei più antichi tra i musei ecclesiastici; fondato nel 1859 per conservare le opere "passate di moda" della Collegiata, nel tempo si è ingrandito raccogliendo altre opere d'arte provenienti dal territorio empolese e valli limitrofe.  In questo museo troviamo opere che spaziano nell'arco temporale dalla fine del XIII secolo fino alla prima metà del XVII; tra gli autori più importanti sono da segnalare Giovanni Pisano (1248-1315) e  Bernardo Rossellino (1409-1464) per la scultura, oltre le terrecotte invetriate delle botteghe dei Della Robbia; Masolino da Panicale (1383-1447), Lorenzo Monaco (1370-1425), Francesco Botticini (1446-1498) e Raffaello Botticini (1477-1520), Giovanni Antonio Sogliani (1492-1544) e altri per la pittura. Nella (Foto 6) sono mostrati un paio di dipinti in mostra nel Museo. Dagli anni '90 del secolo scorso, una importante ristrutturazione del Museo (Foto 7) ha consentito una ottima lettura delle opere esposte.


foto 7

 Ultima tappa del mattino, sempre poco discosta dal Museo, è la sconsacrata chiesa di Santo Stefano degli Agostiniani, che ha mantenuto il suo aspetto gotico, con aula a tre navate, copertura con bellissime capriate in vista (Foto 8) e cappelle laterali, alcune rimodernate tra rinascimento e barocco. La chiesa si presenta come la tipica costruzione monastica, senza facciata, con un semplice fianco lungo via dei Neri, in cui si aprono due porte;  fu monastero degli Agostiniani, il primo ordine monastico ad insediarsi ad Empoli.

foto 8



foto 9



foto 10

In prossimità del transetto destro, una porta rinascimentale dà accesso alla Cappella del Santissimo Sacramento (Foto 9), un tempo sede della Compagnia della Croce, che fungeva anche da Sala del Capitolo; terminata nel 1510, fu ornata all'altare maggiore di una tavola rappresentante la "Deposizione", eseguita dal Ludovico Cardi, detto il Cigoli (1599-1613). Notevole l'arredo con due file di pancali seicenteschi eseguiti da Nofri d'Ascanio di Pontorme su disegno del Maestro di Niccolò di Nello che aveva bottega nei pressi del ponte a Santa Trinita a Firenze. Arrivati al transetto destro, un altro portale dà accesso all'Oratorio della Santissima Annunziata (Foto 10) con arredi e pancali simili alla precedente cappella. Sull'altare si può ammirare il gruppo della "Annunciazione" di Bernardo Rossellino, composto da due statue marmoree distinte dell'Angelo annunziante e della Vergine; tra le due statue un piccolo affresco completa la decorazione.


foto 11

 

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Sempre al transetto destro, in prossimità della porta della sacrestia, sono visibili resti di affreschi di Masolino da Panicale (Foto 11) che decorò nel 1424 alcune aree della chiesa, ma purtroppo con gli interventi di ripulitura dell’intero edificio operati nel Settecento andò perduta quasi la totalità della sua opera.

 Oggi la chiesa e il convento sono da considerare un'estensione del Museo di cui abbiamo detto sopra e in questi giorni, fino al 7 di luglio, ospita una interessante mostra intitolata "EMPOLI 1424 - MASOLINO E GLI ALBORI DEL RINASCIMENTO" prendendo spunto dall'anno in cui Masolino da Panicale operò alla decorazione della chiesa di Santo Stefano. Mostra molto interessante e ricca di opere d'arte dei maestri più o meno contemporanei di Masolino, alcuni dei quali sono stati anche suoi collaboratori; le Foto 12 e 13 mostrano alcuni dei dipinti esposti.

 Nel convento attiguo alla chiesa si apre un arioso chiostro, accessibile, nel quale abbiamo fatto una seconda foto di gruppo (Foto 14), scattata questa volta da Claudio Bartali, dopo di ché ci siamo mossi per raggiungere il ristorante, prenotato, ubicato poco fuori delle mura della città.

 

foto 14


foto 15


foto 16

Dopo il pranzo, abbiamo fatto una passeggiata digestiva in direzione ovest, lungo la via Tosco-Romagnola, per raggiungere la chiesa di Santa Maria a Ripa; doveva essere aperta al pubblico con orario continuato, ma invece l'abbiamo trovato chiusa, con un cartello degli orari estivi ben diverso da quanto riportato nelle guide storico-artistiche e sul sito dei beni culturali della città. L'aspetto esterno della chiesa (Foto 15) fa pensare che sia ben mantenuta. La posizione della chiesa è in prossimità di una biforcazione che la statale verso Pisa forma con la via per Fucecchio; orbene, a quel trivio si erge ancora uno degli indicatori granducali lorenesi (Foto 16) che oltre a dare la direzione per le località indicate, ne danno anche il chilometraggio con precisione di circa +/- 10 m !

 Conclusa così la visita alla città, ci siamo incamminati verso la Stazione FS, percorrendo una parte più moderna della città.

Ringraziamo Massimo per la recensione e le foto.

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