Segue la perfetta recensione
della visita al Museo Stibbert realizzata da Massimo:
Completata la programmata
visita al Museo Stibbert. È la seconda visita “ufficiale” che abbiamo compiuto
dopo quella del 28 novembre 2018. Nulla è cambiato da allora: qualche
partecipante di meno, come attesta la foto di gruppo scattata dallo scrivente
(Foto 1), e stesse modalità di visita, ovvero ingresso contingentato, visita
“accompagnata” da un addetto del personale del museo, che comunque ci fa anche
da guida; questa volta abbiamo avuto un’accompagnatrice colta e ben chiara
nelle spiegazioni, purtroppo col divieto di fotografarla, cosa molto limitante
soprattutto per le riprese filmate che ho cercato di fare.
Mantenuto lo sconto del
biglietto d’ingresso per gli “over 65”, sebbene rincarato di un euro rispetto a
cinque anni fa per adeguamento al prezzo attuale del biglietto ordinario.
Il Museo è l’espressione di
Federico Stibbert, ricchissimo inglese (nato a Firenze nel 1838 da padre
inglese e madre italiana, partecipe nel 1866 alla Terza guerra d’Indipendenza,
come arruolato nelle Guide garibaldine), appassionato “raccoglitore” di
antichità di tutti i generi d’arte. Acquistata la villa a Montughi, nella via
che oggi ha il suo nome, fece costruire l’edificio museale per contenere le sue
immense collezioni.
Celebri sono le sfilate o
cavalcate degli armigeri e cavalieri del ‘500 europeo (Foto 2), degli arabi
(Foto 3) e giapponesi (Foto 4), collocate in ambienti costruiti ad hoc.
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foto 2 |
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foto 3 |
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foto 4 |
Tipico dello stile
d’arredamento dell’Ottocento, si passano fughe di sale eccessivamente inzeppate
di oggetti, soprammobili e mobili, quasi una costipazione da rendere
scarsamente fruibile la visione del tutto come mostrano alcune foto (Foto 5 e
Foto 6) e maggiormente, credo, il filmato che ho composto.
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foto 5
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foto 6 |
La quadreria è diffusa in
molte sale, purtroppo con carenza di didascalie circa gli autori e i soggetti,
specialmente per i ritratti; non si esclude che almeno in parte ciò sia dovuto
ad un’effettiva mancanza d’informazione sulla provenienza di molte opere
(spesso copie anonime di quadri celebri delle Gallerie più famose: giusto per
fare due esempi, troviamo la “Gioconda” del Louvre e “I Quattro filosofi” del Rubens agli Uffizi).
Un altro inglese visse a
Firenze e acquistò il Palazzo Corsi in via de’ Benci: parlo dello storico
dell’arte Herbert Percy Horne che allestì nel suddetto palazzo la sua
collezione di opere d’arte tra dipinti sculture eccetera, cercando di
ricostruire ambienti e arredi che meglio si adattassero al genere e all’epoca
delle opere esposte; anche lui lasciò alla sua morte, nel 1916, l’intera
collezione e palazzo allo Stato italiano.
Ebbene, come scrissi per il blog
in occasione della visita del Museo Horne (27 dicembre 2018):
“ dobbiamo dire che il Museo Horne rappresenta
la collezione dell'erudito dell'arte mentre il Museo Stibbert è l'espressione
del collezionista tuttologo. Le opere raccolte nel Museo Horne sono mediamente
di elevato livello; lì la pittura spazia da Giotto a Masaccio, Filippino Lippi,
al senese Beccafumi (con tre quadri, agli Uffizi ne abbiamo solo uno), fino ai
più recenti Furini, Artemisia Gentileschi e il Dolci “.
La visita allo Stibbert,
comunque suscita sempre un certo interesse.
Qua trovate il solito bel filmato realizzato da Massimo.
Ringraziamo Massimo per la recensione, foto e il
filmato.