venerdì 10 gennaio 2020

Incontro dell' 8 Gennaio 2020: Visita alla Basilica S. Croce (2° Parte)



Massimo ci ha mandato  la sua sempre accurata impressione della visita:

La seconda e conclusiva visita al complesso di Santa Croce l'abbiamo
svolta come da programma. Dopo un breve richiamo sull'ampiezza
dell'attuale basilica (prima pietra 3 maggio 1294) rispetto alla
precedente del 1250 ca., è stato visitato il settore della chiesa
riservato al culto, comprendente le cappelle Niccolini (prebarocca),
Bardi, Salviati, Bardi di Vernio e Pulci-Beraldi (quest'ultima con gli
unici affreschi eseguiti da Bernardo Daddi).
Successivamente un rapido giro del resto della chiesa, per chi è mancato
alla prima puntata, con sosta alle principali "urne dei forti", al
pulpito di Benedetto da Majano e ancora una replica della visita alla
Sacrestia e sue adiacenze dove sono disposti i quadri già in basilica,
ma tolti in più riprese nell'800, oggi restituiti al pubblico
perfettamente restaurati: opere dal Trecento al Cinquecento.
La splendida giornata invernale, luminosa e asciutta, ha inondato di
luce la basilica dando particolare splendore al coro (cappella maggiore
o degli Alberti di Firenze) con i notevoli affreschi di Agnolo Gaddi e
le rutilanti vetrate con figure di Santi, su disegno dello stesso Gaddi.
Altro tema di questa visita sono stati i Chiostri e il Museo di Santa
Croce. Nel Primo Chiostro, trecentesco, primeggia la celebre Cappella
Pazzi (sala capitolare del convento), costruita su progetto del
Brunelleschi; sebbene realizzata dopo la morte del suo ideatore, e non
completata nella sua parte superiore esterna, ha comunque imponenza,
grandiosità, armonia pressoché insuperabili, sebbene al momento orbati
dalla temporanea esposizione di una "piramide di cera" concepita da un
sedicente artista e in mostra per la complicità di cerebrolesi
amministratori dell'Opera di Santa Croce (vedere foto).
Infine il Museo di Santa Croce, di nuovo allestimento, che comprende
ambienti al terreno del primo chiostro come la ex Cappella Canigiani, il
Refettorio piccolo e il Refettorio grande. Anche in questa parte del
complesso troviamo ricoverato molte pitture provenienti dalla basilica,
come i mutili affereschi di Andrea Orcagna col "Giudizio Universale",
oppure ancora quadri della cerchia di Andrea del Castagno o di Domenico
Veneziano fino al Naldini.  La "vittima illustre" di questo museo al
tempo della passata alluvione del 1966, il "Crocifisso dipinto" del
Cimabue, è oggi esposto in sagrestia, a quota elevata, a prova di
alluvione; al suo posto è tornato recentemente il quadro finalmente
restaurato del Vasari con "L'ultima Cena", montato su equipaggio
innalzabile in caso di invasione delle acque fluviali.
La visita è terminata passando per il cimitero ottocentesco sistemato
sotto il portico alto del primo chiostro che ospita tombe nobiliari e di
artisti delle diverse arti.
Per maggiori dettagli si legga il sunto del programma di visita qui allegato.
Penso che la visita sia stata universalmente apprezzata.
 

Obbrobrio nella Cappella Pazzi

Qua trovate il bellissimo filmato della visita di Mauro (Cocchi)
Dobbiamo ringraziare Massimo e Mauro per il loro continuo contributo.






A Francesco Lombardi...

Quando abbiamo trovato questa lapide è stato inevitabile pensare al nostro Francesco Lombardi che era assente ma non erano ancora le undici e non ci siamo preoccupati infatti puntualmente alle 11 è comparso.

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