Siete ancora in tempo per aggiungere un vostro commento sul ricordo dell'alluvione. Alla fine ne faremo un documento .....
Anche se non sono cose
piacevoli da ricordare potremmo, chi vuole, vista la ricorrenza, aggiungere un
ricordo di quel fatto:
Io ricordo, abitavo nelle case
dei ferrovieri (zona Piazza Puccini,) appena alzato vedevo l'acqua nella strada salire
lentamente, raggiungere il marciapiede a quel punto decisi che non sarei andato
a scuola (all'ITI ma quì ho un dubbio il 4 Novembre era festa ! forse arrivò nella
mia zona il 5 ???) poi sempre piano piano l'acqua salì quasi al primo piano
dove abitavamo e cominciammo a portare al piano superiore alcuni mobili.
Avevamo messo un barattolo sull'ultimo scalino delle scale non raggiunto
dell'acqua spostandolo, finalmente il livello cessò di salire e dopo,
lentamente iniziò a calare. Quanti ricordi: finite le candele imparammo a fare
le lampade ad a olio, ci scambiavamo i
cibi con i vicini, l'arrivo dei militari, il fango ecc. ecc.
Seguono i Ricordi di Carlo, Franco, Gigi ....
Qualcuno ha avuto la mia
stessa idea ho appena ricevuto un'email da Carlo oggetto :
4 Novembre 1966
Oggi, 4 Nov., ho aperto il
mio piccolo archivio di foto ed ho estratto quelle che allego, che ripresi due
giorni dopo la tragedia.
CARLO CI HA MANDATO ANCHE IL SUO RICORDO :
Abitavamo nel rione delle Cure, dove l’acqua dell'Arno fortunatamente non arrivò perché fra noi e l’Arno c’era la ferrovia, in gran parte più bassa del piano stradale, che fece da sbarramento, rimanendo largamente sommersa.
Quella mattina, inconsapevoli dell’evento, imprecavamo perché non c’era l’acqua e la luce andava e veniva: come mai? In un “veniva” della luce, sentimmo tutto dalla radio, ma quel tutto era minimizzante, non erano ancora consci della reale portata dell’evento. Ma col passare delle ore tutto divenne sgomentamente chiaro.
Avevamo in casa qualche alimento, ma non l’acqua, perché l’acqua minerale era quasi uno sfizio (ma non la succedanea Idrolitina del dott. Gazzoni con acqua di cannella). Le fontane pubbliche erano melmose, e alle autocisterne c’erano lunghe file.
Così andavamo a fare acqua alle fonti di M. Morello, ai Seppi ed altre.
Due giorni dopo andai in centro per qualche foto, e non credevo ai miei occhi nel vedere tanta disperazione intorno a me. Vidi anche portare via una persona deceduta, seduta ancora sulla sua sedia a rotelle.
Impossibile dimenticare.
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ANCHE FRANCO (SBOLCI):
Per sdrammatizzare.
Io abitavo in via Ginori a pochi passi da piazza San Lorenzo dove le botteghine nel sottosuolo dell' osservatorio ximeniano erano rase d'acqua fino al marciapiede,quindi fino al soffitto.
Il proprietario aveva aperto la porta e doveva iniziare a vuotare con un secchio perche' non aveva altro.Dalla bottega scendendo via via le scale risalendo fino oltre il marciapiede.
Una signora passo' e disse:che Dio ci aiuti!
Il negoziante sconsolato rispose:senno' si fara' qualche viaggio in piu'.
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ANCHE GIGI :
Abitavo in via Garibaldi al secondo piano di una palazzina ubicata vicino al consolato Americano.
Dalle terrazzine sul fronte della casa, vedevo a sinistra l'Arno, che dista 100 metri dalla
palazzina e a destra in lontananza la porta dove soggiorna in Via Del Prato il "brindellone".
La mattina del 4 Novembre anche se era festa ero andato al Nuovo Pignone (avevamo tanto da fare!!!).Pioveva ma non avevo notizie particolari e attorno casa non vi erano segnali di allagamento. Verso le 10 presso gli uffici N.P. cominciarono a girare voci allarmanti.
Io ed altri uscimmo dall'azienda e a bordo della mia Fiat 600 mi recai subito a casa.
Mio padre mi disse che l'Arno era uscito dalle spallette zona Biblioteca Nazionale ma non pensavamo a quello che sarebbe successo. Andai sul lungarno e dalla spalletta TOCCAVO L'ACQUA CON LE MANI.Il tempo passava e quando l'acqua nella strada cominciava a salire pensai alla mia Fiat 600 che poteva essere in pericolo.Come fare?
Nel giardino sottostante, di un grande palazzo vicino al mio vi era un cantiere edile per lavori di ristrutturazione.Chiesi al portiere di questo palazzo se potevo mettere la macchina dentro perchè il terreno era ad un dislivello superiore a quello della strada.
Mi disse di si:Entrai e parcheggiai la macchina il maniera inclinata con due ruote laterali
su un accumulo di detriti.
Salii in casa e dalle terrazzine vedevo l'Arno minaccioso che trasportava di tutto un pò
e in lontananza Via del Prato dove l'acqua già scorreva e si avvicinava verso casa mia.
Questo perchè tra il Lungarno in oggetto e Via del Prato vi è un dislivello di circa 3 metri.Seguii in diretta e via radio l'evolversi della situazione.
La mattina del 5 il mio pensiero andò alla macchinina.Scesi, andai subito a vederla e......
miracolo,l'acqua era arrivata a metà delle ruote non posizionate sul monte dei detriti.
A causa del dislivello suddetto attorno casa la situazione non era drammatica.
Andai in Via del Prato e... non vi dico altro perchè gia sappiamo quello che successe.
Gigi
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