Che dire di questa visita
? Sorprendente, sbalorditiva e anche
macabra.
In un ambiente piacevole come
può essere un ex monastero del 1200 con un bel chiostro, e tanto di ex chiesa. C'era
veramente di tutto e per tutti i gusti.
Dall' artistico al macabro dal tecnico allo storico, dal militare al religioso.
Non so se si può chiamare museo
quello che abbiamo visto ma sicuramente qualcosa di molto interessante, e anche
sconvolgente certamente qualcosa che "valeva la pena" di vedere. Il
tutto disposto un po' disordinato e polveroso che stranamente accresceva l'attrazione. Le foto,
anche mostruose e raccapriccianti, le cose rivelavano tanta sofferenza e penso
potrebbero aiutare a capire qualcosa del dolore della guerra.
Pensavo di aver visto tutto,
ancora impressionato, quando ci hanno portati in una sala chiusa e dove non
potevamo fotografare. Penso di essere rimasto a bocca aperta per la sorpresa.
Prima qualche decina di veri crani di soldati uccisi da colpi alla testa, ma
ancora più impressionante una serie di teste complete conservate in vasi di
vetro di soldati "suicidati" con un colpo alla testa. Veramente scioccante.
Ecc. Ecc.
Oltre al "museo" da
segnalare il chiostro con la cancellata artistica, l'ex chiesa con degli
affreschi del '200. Sconcertante la facciata della ex chiesa nel parcheggio, i
diversi plastici di battaglie famose farebbero pensare anche che quei militari
si divertissero con i soldatini …
Pare che il tutto sia in vendita.
Speriamo in bene che non si traformi in un albergo di lusso e tutto il
materiale disperso.
Dobbiamo ringraziare Paolo
Paoli che ha suggerito e curato questa visita. Personalmente preferisco questo
tipo di visite piuttosto che quelle a mostre o a musei affollato di
turisti.
Riflessione e richiesta
finale: Sono certo che a Firenze c'è la possibilità di fare decine di queste
visite vi chiedo di segnalarle, fate
proposte senza pudore. Come gruppo abbiamo più possibilità di visitarle.
Finita la visita, data l'ora,
ci siamo separati in fretta e mi piacerebbe conoscere le impressioni degli
altri partecipanti.
Cliccando qui' troverete alcune delle foto della visita (la visione è sconsigliata a persone sensibili...)
(Aggiornato con le foto inviate da Mauro Cocchi)
2 commenti:
Quanto descritto da Mauro a mio avviso corrisponde a verità: un ambiente militare, con le caratteristiche e le persone che hanno vissuto ed interpretato lo spirito del loro lavoro asservito al bene della patria; un ambiente dove si percepisce, attraverso i reperti e documenti dell'epoca, il senso del dovere fino all'estremo; un ambiente inquietante per lo scopo cui era destinato e cioè la guerra.
Questa è STORIA, quella vera, quella che si dovrebbe far conoscere bene agli studenti perchè capissero come si comportavano i nostri avi, quali leggi ferree esistevano, quale spirito animava le loro coscienze, quanto il senso della vita era subordinato alla sua patria.
Chi ha fatto il militare comprende a pieno tutto ciò; chi non lo ha fatto dovrebbe a maggior ragione fare questi percorsi attraverso la scuola.
Ringrazio Paolo per questa opportunità.
Cosa ho veduto, Paolo!
Ho fatto il servizio militare, ma nessuno, ed in nessun posto di quel servizio mi aveva aperto gli occhi su quel che mi si è svelato in quell’ex convento.
Dopo avere visto tragiche foto e orripilanti reperti, come le ricostruzioni di ferite devastanti, ho cercato di immaginarmi le traversie passate da quei ferti, dal momento del ferimento, al loro ricovero in qualche ospedale da campo, forse sotto qualche tenda, dotato di quegli strumenti visti in quelle stanze. Ed il pensiero è anche andato a quei medici di ogni specializzazione (comunque tutti forti di stomaco), che in tempi brevissimi, e forse sotto la bombe, con quei mezzi, dovevano ridare apparenza umana a quegli sfortunati disgraziatitanti.
Poi ho anche visto, in un quadro, decine di volti di giovani volontari allievi delle Scuole Militari di Sanità: e ho pensato a quanti di quelli hanno contribuito a salvare vite rischiando o sacrificando le loro per aver creduto in qualche ideale.
E’ vero, Daniele: il militare non si fa più; e non si sta facendo molto per fare conoscere il nostro passato, specialmente nelle scuole. Ed i giovani perdono l’occasione per capirne di più di quelle cose chiamate abnegazione, senso del dovere e rispetto della vita.
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