giovedì 7 aprile 2016

Visita del 6 Aprile 2016 all'Ex Scuola di Sanità Militare.(Aggiornato)





Che dire di questa visita ?  Sorprendente, sbalorditiva e anche macabra.
In un ambiente piacevole come può essere un ex monastero del 1200 con un bel chiostro, e tanto di ex chiesa. C'era veramente di tutto e per  tutti i gusti. Dall' artistico al macabro dal tecnico allo storico,  dal militare al religioso.
Non so se si può chiamare museo quello che abbiamo visto ma sicuramente qualcosa di molto interessante, e anche sconvolgente certamente qualcosa che "valeva la pena" di vedere. Il tutto disposto un po' disordinato e polveroso che  stranamente accresceva l'attrazione. Le foto, anche mostruose e raccapriccianti, le cose rivelavano tanta sofferenza e penso potrebbero aiutare a capire qualcosa del dolore della guerra.
Pensavo di aver visto tutto, ancora impressionato, quando ci hanno portati in una sala chiusa e dove non potevamo fotografare. Penso di essere rimasto a bocca aperta per la sorpresa. Prima qualche decina di veri crani di soldati uccisi da colpi alla testa, ma ancora più impressionante una serie di teste complete conservate in vasi di vetro di soldati "suicidati" con un colpo alla testa. Veramente scioccante. Ecc. Ecc.
Oltre al "museo" da segnalare il chiostro con la cancellata artistica, l'ex chiesa con degli affreschi del '200. Sconcertante la facciata della ex chiesa nel parcheggio, i diversi plastici di battaglie famose farebbero pensare anche che quei militari si divertissero con i soldatini …
Pare che il tutto sia in vendita. Speriamo in bene che non si traformi in un albergo di lusso e tutto il materiale disperso.
Dobbiamo ringraziare Paolo Paoli che ha suggerito e curato questa visita. Personalmente preferisco questo tipo di visite piuttosto che quelle a mostre o a musei affollato di turisti.
Riflessione e richiesta finale: Sono certo che a Firenze c'è la possibilità di fare decine di queste visite vi chiedo  di segnalarle, fate proposte senza pudore. Come gruppo  abbiamo più possibilità di visitarle.

Finita la visita, data l'ora, ci siamo separati in fretta e mi piacerebbe conoscere le impressioni degli altri partecipanti.
  

Cliccando qui' troverete alcune delle foto della visita (la visione è sconsigliata a persone sensibili...) 
  (Aggiornato con le foto inviate da Mauro Cocchi)


2 commenti:

Daniele ha detto...

Quanto descritto da Mauro a mio avviso corrisponde a verità: un ambiente militare, con le caratteristiche e le persone che hanno vissuto ed interpretato lo spirito del loro lavoro asservito al bene della patria; un ambiente dove si percepisce, attraverso i reperti e documenti dell'epoca, il senso del dovere fino all'estremo; un ambiente inquietante per lo scopo cui era destinato e cioè la guerra.
Questa è STORIA, quella vera, quella che si dovrebbe far conoscere bene agli studenti perchè capissero come si comportavano i nostri avi, quali leggi ferree esistevano, quale spirito animava le loro coscienze, quanto il senso della vita era subordinato alla sua patria.
Chi ha fatto il militare comprende a pieno tutto ciò; chi non lo ha fatto dovrebbe a maggior ragione fare questi percorsi attraverso la scuola.
Ringrazio Paolo per questa opportunità.

carlo greco ha detto...

Cosa ho veduto, Paolo!
Ho fatto il servizio militare, ma nessuno, ed in nessun posto di quel servizio mi aveva aperto gli occhi su quel che mi si è svelato in quell’ex convento.
Dopo avere visto tragiche foto e orripilanti reperti, come le ricostruzioni di ferite devastanti, ho cercato di immaginarmi le traversie passate da quei ferti, dal momento del ferimento, al loro ricovero in qualche ospedale da campo, forse sotto qualche tenda, dotato di quegli strumenti visti in quelle stanze. Ed il pensiero è anche andato a quei medici di ogni specializzazione (comunque tutti forti di stomaco), che in tempi brevissimi, e forse sotto la bombe, con quei mezzi, dovevano ridare apparenza umana a quegli sfortunati disgraziatitanti.
Poi ho anche visto, in un quadro, decine di volti di giovani volontari allievi delle Scuole Militari di Sanità: e ho pensato a quanti di quelli hanno contribuito a salvare vite rischiando o sacrificando le loro per aver creduto in qualche ideale.
E’ vero, Daniele: il militare non si fa più; e non si sta facendo molto per fare conoscere il nostro passato, specialmente nelle scuole. Ed i giovani perdono l’occasione per capirne di più di quelle cose chiamate abnegazione, senso del dovere e rispetto della vita.