domenica 22 dicembre 2024

Incontro del 18 Dicembre e... AUGURI

 





Ultimo incontro di metà mese dell'anno. Questo è soprattutto l'incontro per gli Auguri.

Quindi:

Tanti Cari Auguri di Buone Feste a Tutti.


Tornando all'incontro solito tutto chiacchiere, caffè, foto del gruppo e questa volta Auguri.

A fine anno viene da fare un po' di resoconto su come "sia andato" il gruppo di "Quelli del Pignone". Come attività: numero degli incontri, partecipazione.. direi che è stato un anno positivo. Quello che continuo a notare ormai da qualche anno è una certa passività, eccetto i soliti pochi colleghi, pare che gli altri si aggreghino a quanto viene proposto e basta. Noto una certa stanchezza, appunto una passività, una mancanza di iniziativa. Ognuno dovrebbe darsi da fare e proporre qualche idea. Poi rivolgendomi ai molti ex colleghi che vorrebbero partecipare ma che non possono. Anche loro potrebbero proporre cose che interessano chi ci segue sul blog.

Facciamo tante cose, stiamo bene insieme ma sono certo che potremmo farle meglio impegnandoci tutti attivamente.


mercoledì 11 dicembre 2024

Pranzo di Natale 2024

 


Il pranzo di Natale è diventato una tradizione, questo è l'undicesimo. Ogni volta siamo sempre di più. Quest'anno eravamo in 42.  È stato un piacere rivedere i colleghi, scambiare ricordi e racconti,  ritrovare quel senso di comunità che ci lega da tanti anni.


Poi il pranzo è la socialità di mangiare insieme ogni volta ci sentiamo più insieme.

 

La tradizionale passeggiata digestiva chiacchierando tra le solite belle stradine

 

Personalmente esprimo, come al solito, un giudizio  positivo sul pranzo:  ingredienti buoni cucinati bene. La  confusione nella scelta dei menù è quasi inevitabile considerando il numero dei partecipanti. Vediamola come una cosa divertente, poi alcuni di noi  si sono dati d'affare per complicarla.

Un ringraziamento speciale va a Massimo, che ha realizzato un filmato straordinario per documentare la giornata: dalla partenza al pranzo, fino alla passeggiata. Vi invito proprio a guardarlo. Qua trovate il filmato.

Ringraziamo Massimo per le foto e il filmato.

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Colgo l'occasione per stimolare la partecipazione attiva dei colleghi  lanciando un invito a suggerire argomenti da discutere insieme (anche sul blog soprattutto per quelli che non possono partecipare).  Suggerite di cosa vi interessa "parlare" per email scrivendo a quellidelpignone@gmail.com o semplicemente dal modulo di contatto sulla homepage del blog. Dopo troveremo il modo di rendere facile la discussione.

Intanto propongo un'idea: un tema che ci riguarda tutti: la salute e  soprattutto la prevenzione, il  nostro stile di vita.   Non aspettiamoci  che questo ci venga suggerito dai nostri medici di famiglia. Non pensiate che  alla nostra età sia troppo tardi. Possiamo fare molto noi stessi per occuparci del nostro benessere.  Attendo fiducioso altre vostre proposte e suggerimenti.

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Alcune bellissime  foto del  nostro Gianni il "Giovane Pensionato"





mercoledì 4 dicembre 2024

Incontro di Lunedi 2 Dicembre: Visita a Orsanmichele

 

foto 1
Eccola recensione di Massimo della visita:

Rinviata questa visita culturale ad oggi, causa maltempo dell'iniziale data di mercoledì 27 novembre u.s., siamo riusciti pienamente nel nostro intento: tempo più che sereno, asciutto purtroppo con tramontana, seppure lieve. La partecipazione è stata nella norma di questi ultimi anni come si vede nella foto di gruppo (Foto 1)

 Da una prefazione di Antonio Paolucci (2007): " Orsanmichele è un'antica venerabile chiesa, è un santuario mariano (il tabernacolo dell'Orcagna che ospita la grande pala di Bernardo Daddi), è la più importante antologia della grande scultura rinascimentale (da Donatello a Ghiberti, a Brunelleschi), ma è, anche, il Tempio che esalta il Lavoro delle Arti fiorentine, perché rappresenta l'orgoglio di Firenze nei secoli gloriosi della sua storia. Non si può capire la città del Fiore senza conoscere Orsanmichele".

Non a caso, un altro compianto scomparso, Piero Bargellini definì Orsanmichele "come il monumento più fiorentino di Firenze monumento a metà strada fra vita religiosa e vita civile, fra pietà e politica, fra lavoro e preghiera".

 

Descriverne qui tutta  la storia articolatissima, dalla sua fondazione fino ad arrivare a come lo vediamo ancora oggi, sarebbe troppo oneroso per questo blog; limitiamoci alle fasi principali della sua edificazione.

Cominciamo dal nome: Orsanmichele altro non è che la corruzione o semplificazione dell'espressione San Michele in Orto con cui si ricorda che in questa area, governata ad orto nell'alto medioevo, fu  edificata nel 750 una chiesetta dedicata a San Michele.

Demolita nel 1240 per ordine del Comune di Firenze, l'area fu dedicata al mercato del grano e dei cereali e rimase piazza scoperta fino al 1284 quando, su disegno di Arnolfo di Cambio, il comune ordinò la costruzione di una loggia a riparo dalle intemperie; semplice struttura a pilastri di mattoni e copertura lignea, Su uno dei pilastri venne dipinto un San Michele Arcangelo, mentre ad un altro era un'immagine della Madonna (forse un affresco di Ugolino da Siena).

L'immagine della Madonna fu presto ritenuta miracolosa per le numerose grazie ricevute dai devoti; lì si radunavano spesso dei cantori delle lodi in onore di Dio e della Vergine che il 10 agosto 1291 costituirono una Compagnia col nome della "Beata Vergine pura Madonna Santa Maria di San Michele in Orto" detta poi dei "Laudesi", e successivamente Compagnia di Orsanmichele. Lo spazio intorno a quel pilastro prese il nome di "Oratorio". Il 10 giugno 1304, tutta quell'area andò distrutta per un furioso incendio, appiccato per questioni di "odi di parte".

 

Solo nel 1336, la Repubblica Fiorentina decretò la costruzione di un nuovo edificio con l'intento di riservare al piano terreno un degno luogo di venerazione attorno al pilastro della Vergine Maria e di avere finalmente, nei due piani superiori un ampio, sano e sicuro deposito per la conservazione del grano. Così il 29 luglio 1337 fu posata la prima pietra con solenne cerimonia dell'Arcivescovo di Firenze Francesco Silvestri da Cingoli, presenti la Signoria di Firenze e l'ambasciatore di Arezzo.

L'esecuzione della nuova costruzione fu affidata all'Arte della Seta, che designò quali architetti Neri di Fioravante, Benci di Cione e Francesco Talenti; la "fabbrica" ha pianta rettangolare di 22 metri per 30 ca. e un'altezza al coronamento di 42 metri.

 

Il 26 luglio del 1343, giorno di Sant'Anna, Firenze si liberò dalla tirannia del Duca d'Atene; la Signoria interpretò il vittorioso evento dovuto all'intercessione di Sant'Anna, madre della Vergine, che volle onorare decretando la costruzione di un altare in Orsanmichele, provvisoriamente in legname, poi in marmo per opera di Benci di Cione; sull'altare, nel 1526 venne posto il bel gruppo marmoreo (Foto 2) della "Madonna col Bambino e Sant'Anna", stupenda opera di Francesco da Sangallo (Firenze, 1494- ivi, 1576) d'insolita composizione.

foto 2

foto 3


Nel 1349 la Compagnia di Orsanmichele dette incarico ad Andrea Orcagna di costruire il grandioso tabernacolo che vediamo ancora oggi, nel suo splendore di marmi, bassorilievi e intarsi, terminato dieci anni dopo, stupenda cornice al dipinto di Bernardo Daddi (Foto 3).

 

Finalmente, nel 1357 il Comune deliberò di spostare definitivamente in altro luogo il mercato del grano e delle biade, pur riservando i piani superiori a granaio. Così, nel 1380 Simone Talenti, figlio del precedente summenzionato Francesco, chiuse le arcate con quelle mirabili cortine dalle eleganti roste gotiche, trasformando il piano terreno esclusivamente a Tempio religioso, come lo vediamo ancora oggi (Foto 4). Apparentemente una strana chiesa, con due navate uguali, conseguenza della particolare storia che portò alla costruzione di questa fabbrica.

 


foto 4

foto 5

Infine, anche i piani superiori perderanno il loro uso di granaio, allorquando nel 1569 il granduca Cosimo I trasferì negli "ex silos" l'Ufficio dei Contratti e relativo archivio; per accedervi in maniera indipendente dalla sottostante chiesa, fece costruire dal Buontalenti l'arco cavalcavia che partendo dal Palazzo dell'Arte della Lana, raggiungeva l'Ufficio all'altezza del primo piano.

 

Dopo la presentazione storica dell'edificio, come descritto qui sopra, abbiamo cominciato la visita con l'interno della chiesa, interamente affrescata; non sono certe le paternità di tutte le pitture, ma per certo quelle delle quattro volte partendo dal lato "absidale" sono opera di Jacopo Landini da Pratovecchio, detto "il Casentino" (1297 - 1349 ca.).  La decorazione pittorica proseguì per diversi decenni con maestri del Quattrocento e Cinquecento (Foto 5).

 

Com'è noto, all'esterno della chiesa, nelle 14 nicchie sono ospitate le statue dei santi protettori delle "Arti fiorentine", come detto sopra dal Paolucci. I protettori effigiati sono i sette delle Arti maggiori e sette tra quelli delle quattordici Arti minori, ma oggi vediamo le sculture in copia, perché da qualche decennio gli originali sono sistemati al coperto nel primo piano dell'edificio e disposti mantenendo lo stesso ordine che avevano quando erano all'esterno (Foto 6); unica eccezione è il San Giorgio, scolpito del Donatello, protettore dell'Arte dei Corazzai e Spadai, il cui originale fu trasferito nel 1892 al Museo Nazionale del Bargello. Le nicchie originali sono rimaste in loco, restaurate.

 

foto 6


Dunque ci siamo spostati dalla chiesa all'ex Palazzo della Lana, oggi sede della Società Dante Alighieri, per salire al piano superiore attraverso quel cavalcavia progettata dal Buontalenti. Non possiamo certo descrivere qui le statue: sono da vedere, perché rappresentano veramente il panorama della scultura, bronzo e marmo, dalla fine del Trecento fino a tutto il Quattrocento; tra gli autori più celebri sono Nanni di Banco, Brunelleschi, Donatello, Ghiberti, Verrocchio, fino a Baccio di Montelupo col "Giovanni Evangelista" del 1515 e Giambologna col "San Luca" (1602), per sostituire una precedente, ma passata di moda (stesso soggetto eseguito dal Lamberti, oggi visibile al Bargello).

Concluso il tour delle statue, siamo saliti al piano superiore, il secondo e ultimo, salendo per una moderna scala in ferro e legno, avvolta attorno al pilastro centrale contro la facciata lato via Arte della Lana; nella salita si può cogliere una suggestiva prospettiva della sala con le statue (Foto 7) oltre ad ammirare più da vicino la poderosa struttura a volte, in laterizio.

 



foto 7
foto 8

Arrivati così all'ultimo piano (Foto 8), ci si presenta un "dulcis in fundo" straordinario: i meravigliosi panorami offerti dalle grandi bifore aperte nelle quattro pareti. Ogni lato offre scenografiche vedute sui monumenti della città col suo sfondo di colline; diamone qui un paio di esempi nelle Foto 9 e 10.

 

foto 9

foto 10

Chi ha partecipato alla visita è rimasto sicuramente impressionato e ammirato da questo singolarissimo monumento: una costruzione maestosa nella sua semplicità e nello stesso tempo ricolma di arte d'alto prestigio, con una storia molto particolare e articolata, che rimane comunque fuori dai circuiti del turismo di massa, come si deduce immediatamente dalla scarsissima presenza di visitatori.

 

Bibliografia per saperne di più:

Antonio Godoli - "Orsanmichele - Chiesa e Museo" - Edizioni SIllabe s.r.l., Livorno, 2007

Francesca Nannelli - "Il tabernacolo dell'Orcagna in Orsanmichele" - Edizioni Sillabe s.r.l., Livorno, 2006

Piero Bargellini - "Orsanmichele" - Edizione Arti Grafiche Ricordi S. p. A. - Milano, 1969

 Brochure dei Musei del Bargello: Orsanmichele (scaricabile dal QR code nei totem posti nella Chiesa)

 Link al sito ufficiale dei Museo del Bargello

https://bargellomusei.it/musei/orsanmichele/

Ringraziamo Massimo per l'ennesima volta per la recensione, le foto e la guida.


 


venerdì 29 novembre 2024

Incontro di Mercoledi 27 Novembre: visita al Museo del Bargello

 

foto 1

 Ancora una volta la recensione di Massimo della visita:

 Per l'incontro di oggi era programmata la visita ad Orsanmichele: chiesa e museo. Per l'incertezza del clima in questa stagione avevamo previsto un'alternativa in caso di maltempo, col quale si perdono le particolari vedute sulla città e dintorni che l'ultimo piano di quel monumento sa regalarci.

In effetti, la temuta pioggia c'è stata e quindi: Bargello !

Fatta una breve sintesi della fondazione del Bargello (prima pietra posata nel 1255, 43 anni prima del Palazzo Vecchio), suo ingrandimento nel Trecento con l'aggiunta dei tre lati porticati attorno al cortile che chiudono il perimetro col nucleo più antico del palazzo, nonché delle funzioni pubbliche che si sono succedute in esso, siamo entrati dal portone della torre per cominciare la nostra visita.

Come ormai succede da qualche anno, la partecipazione è stata modesta, in tutto sei persone oltre me, come si vede nella foto di gruppo (Foto 1) che ho scattato.

 

Il Bargello fu il primo Museo Nazionale ad essere costituito dal novello Regno d'Italia, quando la capitale passò per la nostra città; è ricco di molte collezioni provenienti da donazioni (tra queste è celebre la donazione Carrand) oltre che da acquisizioni, e l'ordinamento delle opere è prevalentemente per genere.

In questo periodo, purtroppo per il visitatore, diverse sale sono chiuse per manutenzione e una di queste è quel grande salone al primo piano, che era la Sala del Consiglio, dove sono esposte molte delle più note statue dei nostri artisti del Quattrocento; fortunatamente, quelle trasportabili sono state provvisoriamente esposti nella saletta al piano terreno (Foto 2), potendo così ammirare i due Davide di bronzo: quello di Donatello e quello del Verrocchio, ed altro.

foto 2

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Un giro per il cortile dove si raccolgono opere scultoree di provenienze varie, nonché un paio di colubrine, delle quali una eccezionalmente grande (Foto 3), poi ascesa al Primo Piano.

Qui troviamo la Sala degli Avori, poi quella degli Smalti, e quindi qualche quadro fiammingo, suppellettili, anche strumenti per misurazioni e rilevamenti astronomici (Foto 4), molti recuperati dai depositi del Museo.

 

foto 4

Anche il secondo piano non è del tutto visitabile in questo periodo, sempre per lavori di manutenzione; in particolare sono chiuse l'Armeria, due terzi della sala con le Robbiane e i piccoli bronzi, la saletta delle statue trecentesche, ma è tornata visibile e ben allestita, quella delle ceramiche, prevalentemente piatti, vasi, rinfrescatoi, ecc..

 

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Per metà fruibile la sala dei busti e bassorilievi del Quattrocento (Foto 5), ma in compenso, da non molto tempo, è tornato visitabile il "Medagliere" (Foto 6) con un nuovo sistema di esposizione e illuminazione che fanno risaltare questi preziosi e raffinati capolavori.

Oltre il Medagliere la visita termina con la Saletta delle sculture barocche (Foto 07) dove al centro è il busto ritratto in marmo scolpito da Gian Lorenzo Bernini della sua gelosamente amata Costanza Bonarelli (con ferita in fronte da lui procuratagli).

 

In quella sala abbiamo fatto la foto di gruppo, catturati dall'espressione di quel busto che si vede a sinistra del nostro gruppo, eseguito in terra cruda, da Giovanni Gonnelli, detto il "Cieco di Gambassi" (Gambassi, Firenze,  1603 - Roma, 1656); è il ritratto di un cardinale, forse di Giovan Carlo de' Medici, fratello del granduca Ferdinando II, la cui espressione ridanciana e arguta lo abilita a far parte del nostro gruppo !

Personalmente, non molto tempo fa, ho fatto un "selfie" con la bella Costanza .... (Foto 08).

foto 7

 

foto 8


Bisogna dire che, sebbene attualmente il museo si un po' mutilo, non è mancata la soddisfazione e l'entusiasmo dei nostri partecipanti.

Ancora una volta  dobbiamo ringraziare Massimo per tutto: recensione, guida e foto.

martedì 26 novembre 2024

incontro di Lunedì 25 novembre 2024: visita alla mostra dell'Istituto Geografico Militare :Immagini di Firenze e della Toscana negli archivi dell'IGM


foto 1 

Ecco la solita e perfetta recensione di Massimo: 

 Lunedì 25 novembre 2024 abbiamo fatto la visita ad una mostra allestita presso l'Istituto Geografico Militare (IGM), che terminerà il 29 del mese, dedicata alla cartografia di Firenze e della Toscana dell'800.

I partecipanti sono stati uno in più di quanti ne mostra la foto di gruppo (Foto 1), perché Luca (Buttafuoco) non ha potuto completare l'intera visita.

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 La locandina della mostra (Foto 2) ci esplica che questo evento è promosso dall'Università degli Studi di Firenze per commemorare i cento anni dell'ateneo fiorentino.

Così abbiamo potuto vedere, seguendo la cronologia delle carte esposte, l'evoluzione nel tempo di questa arte, dove la crescente precisione della restituzione grafica dei rilievi topografici svolti è direttamente dipendente dall'evoluzione degli strumenti di misura, ottici, nel tempo, specialmente nel XIX secolo.

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Tanto per citare qualcuna di queste carte, notevole è il lavoro svolto per la pubblicazione nel 1817 della carta topografica di Firenze e dintorni dell'abate Bartolomeo Borghi (1750-1821), nella scala di 1 : 25500 (Foto 3); poi la "Carta di Firenze e dintorni" del 1876, nella proporzione di 1 : 7500 (Foto 4) e particolare della città (Foto 5), oltre ad una "striscia" in scala 1 : 45000  dell'area interessata dal corso dell'Arno monte-valle di Firenze (Foto 6) con riporto dell'esondazione del fiume nel 1844, dove si nota che allora il centro storico più stretto della città non fu sommerso (Foto 7).

 

foto 7

Erano in mostra anche alcuni strumenti per le misurazioni in campo, utilizzati per i rilievi necessari alla stesura delle piante e carte geografiche; anche qui si vede il progressivo miglioramento degli strumenti stessi con l'evolversi della tecnologia per realizzarli.

Tra gli strumenti abbiamo potuto vedere dei collimatori per la Tavola Pretoriana (attrezzo per la mappatura di dettaglio, in campo, utilizzato dai tempi più remoti), strumenti per le misure angolari di precisione quali i "Teodoliti", nonché i "Tacheometri" per i rilevamenti veloci delle distanze, sempre nell'ambito degli strumenti ottici, e ancora i livelli, adatti alla misurazione in zone pianeggianti quando c'è la necessità tecnica di misurarne l'andamento altimetrico con precisione (ad esempio per la costruzione di canali).

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 Un flash di "modernità" ce lo dà il Fotorestitutore (Foto 8) inventato dal Santoni (fu ing. dell'Istituto Geografico Militare) col quale da due foto scattate da due macchine a distanza e angolazione note, attraverso l'immagine stereoscopica che si crea, seguendone i contorni, si traccia direttamente la mappatura della zona fotografata;  metodo che con l'avvento dell'aeronautica, creando l'aerofotogrammetria, ha accelerato fantasticamente la restituzione grafica dei rilievi.

 l'IGM, nel 2022 in occasione del 150° anniversario della sua fondazione, accorpando i singoli Istituti Geografici di diversi stati italiani che hanno composto nel periodo risorgimentale il Regno d'Italia, ha organizzato una bella mostra, che s'intitolava "Per Aspera ad Astra", nel Corridoio delle Carrozze del Palazzo Medici-Riccardi e che ben illustrava la tecnica e la scienza della topografia e dell'attività dell'Istituto, con tanto di proiezioni; mostra che non mi sono perso e che ho documentato con un filmato che si trova su YouTube al mio canale, al link .

Ringraziamo nuovamente Massimo per la recensione, le foto il filmato e soprattutto per la sua guida eccezionale alla mostra.

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Ricordo a chi ha intenzione partecipare al pranzo di Natale occorre prenotare entro Lunedi 2 Dicembre.

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Alcuni colleghi hanno segnalato che non ricevono l'email del gruppo. Provate a cercarla nello spam. Se da più di 2 settimane non avete ricevuto email del gruppo e non le trovate nello spam o sotto etichette simili  segnalatelo e risolveremo il problema.
p.s. è buona abitudine di controllare periodicamente la casella dello spam della  posta elettronica.

venerdì 22 novembre 2024

Giovedì 7 novembre 2024: Terza gita ad Arezzo. Preannuncio: Pranzo di Natale 2024

 

foto 1
Segue la consueta recensione di Massimo alla gita:

Giovedì 7 novembre 2024 abbiamo effettuato la terza gita ad Arezzo prendendo l'occasione delle manifestazioni promosse da quella città per il 450° anniversario della morte di Giorgio Vasari (Arezzo, 30 luglio 1511 - Firenze, 27 giugno 1574), sicuramente il più poliedrico artista aretino. Più precisamente la mostra che abbiamo scelto di vedere s'intitola "Vasari - Il Teatro delle Virtù", inaugurata il 31 ottobre scorso e chiuderà per il 2 febbraio 2025; allestita al Museo d'Arte Contemporanea in piazza San Francesco e nella vicina ex chiesa di Sant'Ignazio, da tempo aula comunale.

Purtroppo il numero dei partecipanti è stato piuttosto scarso, come si vede dalla foto di gruppo (Foto 1).

 La visita della mostra suddetta l'abbiamo programmata per il pomeriggio, così la mattina l'abbiamo dedicata alla visita dei luoghi testimoni dell'Arte del Vasari in Arezzo, come pittore,  ma anche come architetto; visita favorita dal fatto che tali luoghi sono concentrati nella zona nord-ovest della città, quella parte fuori dai consueti itinerari turistici.

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 La prima tappa è la Badia delle Sante Flora e Lucilla, di fondazione trecentesca, poi ingrandita e ristrutturata dal Vasari (Foto 2): un bell'esempio della sua progettazione architettonica. In essa abbiamo anche la testimonianza del pittore nella bella Pala Albergotti (Assunzione della Vergine) e anche nei dipinti dell'altare maggiore (Foto 3), dal Vasari concepito come un mausoleo di famiglia, in prossimità della sua tomba (che dalla Pieve aretina dove era in origine venne traslato in Badia nel 1865).

Fatti pochi passi dalla Badia, entriamo nella chiesa della SS. Annunziata, anche questa ingrandita sul luogo di una precedente costruzione trecentesca, nel 1491 su disegno di Bartolomeo della Gatta e terminata nel 1517 da Antonio da Sangallo il Vecchio (Foto 4); qui si trova un'altra testimonianza del Vasari pittore nella pala d'altare raffigurante la "Deposizione".

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Tappa successiva è il Museo Nazionale d'Arte Medievale e Moderna, ma prima di raggiungerlo abbiamo fatto una breve deviazione (non vasariana) per visitare la chiesa di Santa Maria in Gradi (Foto 5): una ridente architettura concepita del settignanese Bartolomeo Ammannati (1511-1592); all'interno della chiesa una notevole pala robbiana ordinata dalla famiglia Carbonati. Nel sacello sottostante a questa chiesa, la leggenda vuole che sia avvenuto il miracolo di San Donato "del Calice rotto".

Il Museo Nazionale suddetto (Foto 6), veramente ricco di tante opere d'arte, conserva alcuni dipinti del Vasari tra i quali una grande tela con il celebre "Banchetto di Ester e Assuero" (Foto 7), dipinta nel 1549 per il refettorio della Badia delle Sante Flora e Lucilla.

foto 6

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L'itinerario del mattino si conclude con la visita - d'obbligo - della Casa Museo di Giorgio Vasari, poco distante dal Museo Nazionale sopra citato. Questa casa fu acquistata dal Vasari come egli scrisse: "[….. e comperai una casa principiata in Arezzo, con un sito da fare orti bellissimi nel borgo di San Vito, nella miglior aria di quella città. D’ottobre adunque l’anno 1540 cominciai ….]". La completò e decorò principalmente con affreschi le cui scene sono ispirate alle Arti e alla Mitologia, completandone la decorazione nel 1548. La sala maggiore, che faceva da salone di rappresentanza e denominata la Sala della Virtù (Foto 8), è la più sontuosa della casa da lui sistemata con tanto amore (dove abbiamo fatto la foto di gruppo), ma poi non molto abitata a causa delle serrate e grandi committenze dategli dal granduca Cosimo I che lo costringeva a soggiornare per lunghi periodi a Firenze nella quale il granduca stesso gli assegnò, come residenza, uno sei palazzi Spinelli di Borgo Santa Croce. In questa residenza fiorentina possiamo ancora oggi visitare quella che fu la "Sala di rappresentanza", più grande di quella aretina, dove la decorazione è dell'artista più maturo: qui gli affreschi raccontano con begli episodi la nascita della pittura dall'antica Grecia, secondo i racconti tramandati dagli antichi cronisti classici, mentre quella aretina è volta a rappresentazioni allegoriche e mitologiche (vedasi la mia guida sul blog: "La casa di Giorgio Vasari a Firenze", nome file: Casa del Vasari-Rev-1.pdf).

 

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Terminato l'itinerario del mattino abbiamo fatto la pausa pranzo presso una trattoria a noi già nota.

 Nel primo pomeriggio abbiamo affrontato la mostra "Vasari - Il Teatro delle Virtù"; copiosa di opere d'arte del Vasari e dei suoi allievi e collaboratori, provenienti anche da musei esterni e collezioni private. Alto il contributo di opere prestate dalle Gallerie degli Uffizi e altri musei fiorentini, come mostrano le (Foto 9 e 10).

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La mostra ha suscitato parecchio interesse, compresa la parte esposta nella vicina Sala Sant'Ignazio (Foto 11) dove hanno trovato spazio quattro pale d'altare del Vasari, provenienti una da Bosco Marengo (Alessandria), due da Perugia e una da Firenze; quest'ultima, dalla chiesa dei Ss. Apostoli, è la "Immacolata Concezione" (Foto 12), del 1540, commissionata da Bindo Altoviti ed è la prima prima delle tre eseguite dall'artista. Vasari stesso racconta l'imbarazzo di affrontare un soggetto così insolito (si legga a tal proposito la pag. 32 nella mia guida "Il Museo Nazionale d'Arte Antica e Moderna" nel blog, nome file:  Museo Nazionale di Arte Medievale e Moderna-Arezzo.pdf).

 Spero che il filmato a questo link illustri meglio di questa recensione lo svolgimento della nostra terza visita in quel d'Arezzo.

 Siamo tornati alle nostre dimore più che soddisfatti di ciò che abbiamo visto e imparato, sia dell'arte del Vasari, sia degli altri artisti contemporanei, alcuni della sua stessa scuola.

Anche il clima è stato magnifico: soleggiato e asciutto.

Come di consueto ringraziamo Massimo per tutto (organizzatore, recensore, fotografo e filmo grafo).

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Preannuncio: il Pranzo di Natale si terrà giovedì 5 Dicembre al solito posto, seguirà email. Tutti possono partecipare (anche i non iscritti a "Quelli del Pignone") basta utilizzare il form di contatto del blog entro il 2 Dicembre.

giovedì 14 novembre 2024

Incontro del 13 Novembre 2024

 


Il nostro incontro di metà mese si è svolto in una giornata serena e fredda al mattino, ma piacevole sotto il sole. Come di consueto, ci siamo dedicati a chiacchiere, caffè e una nuova sessione di chiacchiere, completate dalla tradizionale foto di gruppo. Un rituale forse prevedibile, ma che continua a rivelarsi estremamente appagante e sempre piacevole.

 Dopo la foto di rito ci siamo trasferiti in piazza della Repubblica, come spesso accade nel farlo, ci siamo "sgranati" in piccoli gruppi, con alcuni che sono rimasti in piazza Signoria per proseguire le conversazioni.. Un elemento interessante che ho notato anche in quest'occasione è come il breve tragitto ha favorito i dialoghi più intimi e stimolanti tra gruppetti di 2-3 persone.

 Personalmente, ho trovato l'esperienza arricchente: parlando con un collega che sapeva ascoltare e aveva molto da condividere, abbiamo avuto una conversazione profonda e piacevole lungo quelle poche centinaia di metri, un'esperienza che non provavo da tempo. Anche una volta giunti in piazza, i piccoli gruppi si sono riformati, e le discussioni sono proseguite in modo altrettanto vivace e interessante, più di quanto accade solitamente in Signoria.

 Il mese scorso si era verificato un andamento simile, il che mi porta a pensare che la formazione di piccoli gruppi e il camminare insieme facilitano conversazioni più profonde e autentiche.

 Propongo, quindi, per il prossimo incontro di metà mese, di seguire un percorso volutamente allungato, magari passando dagli Uffizi e dai Lungarni, formando piccoli gruppi lungo il tragitto. Potremmo poi fare il punto dell'esperienza in Repubblica.

Un'iniziativa semplice, ma che potrebbe valorizzare ancora di più i nostri incontri mensili, offrendo a ciascuno di noi uno spazio per conversazioni personali e significative.

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Mercoledi  20 Novembre alle ore 9,30  ci troviamo alle Oblate per la consueta programmazione delle nostre attività.

 


venerdì 1 novembre 2024

Incontro del 29 Ottobre 2024: visita alla mostra "Itinerari di Carta".

 

 

foto 1

Segue la consueta recensione dell'incontro di Massimo  :

 Giornata climaticamente stupenda, da fare invidia alle celebri "ottobrate romane" !

Come ogni buon incontro da noi organizzato e messo in atto, la prima tappa è sempre il caffè con i partecipanti ed oggi, dovendo accedere all'Archivio di Stato di Firenze, abbiamo scelto il bar "Dolce Amaro" di Borgo la Croce.
 Come si vede nella foto di gruppo (Foto 1) abbiamo partecipato in otto, compresa  una gentile signora su invito del Crinzi.

Dopo soddisfatto il suddetto obbligo in pochi passi siamo entrati nella hall dell'Archivio di Stato che ospita la mostra a tema "Itinerari di Carta". Con sorpresa abbiamo trovato l'ambiente insolitamente affollato di persone, tra le quali anche un operatore con telecamera da spalla, tutti con una certa animazione; abbiamo poi percepito che erano in attesa del prof. Alessandro Barbèro, ma non per la mostra, bensì per una sua "Lectura magistralis" a fronte del conferimento di una laurea "Honoris causa" dallo stesso ASF; si legga la recensione pubblicata sul Corriere Fiorentino al seguente link 

  

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La mostra  "Itinerari di Carta - Atlanti, Mappe e Diari", come esplicita la locandina (Foto 2), si è presentata subito interessante. Il percorso, come cita il dépliant, ci trasporta attraverso documenti esemplificativi dei rapporti commerciali tra il Cinquecento e il Settecento.

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 Carte nautiche, atlanti, una misteriosa mappa a stampa della città di Pechino (Foto 3), rotoli cartacei in arabo, testimonianze degli scambi dei mercanti fiorentini con l'Oriente (proficui tanto da rendere il fiorino d'oro valuta accettabile dal sultanato), diari e relazioni di viaggio, spesso corredati di disegni descrittivi di ciò che di mirabile il viaggiatore trovava nelle remote terre. Così troviamo una veduta portuale svedese dalla relazione di viaggio di Lorenzo Magalotti, del 1674 (Foto 4),  oppure carte nautiche come quella del Mediterraneo composta da Jacopo Russo nel 1520 (Foto 5) fino al più recente Atlante marittimo (1802) di produzione francese per il ministero dell'interno (Foto 6) che raccoglie carte prodotte nel XVIII secolo da Giuseppe Roux e Jacques-Nicolas Bellin.

 

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Non mancano le opere di carattere tecnico come  il celebre "Arcano del mare" del quale la (Foto 7) ne mostra due pagine, compilato da Robert Dudley, duca di Northumberland e conte di Warvik (1573-1649), vissuto e morto in Toscana, dove, chiamato comunemente Nortumbria, fu al servizio dei granduchi dopo la sua fuga dal paese d'origine nel 1605; il testo rappresenta una summa delle conoscenze in campo della navigazione, ma anche una memoria di alcune sue proprie invenzioni come progettista di nuovi modelli di galere ed altro.

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Come sopra accennato, sono presenti in mostra molti disegni tecnici rappresentativi di vere e proprie opere ingegneristiche del passato, che hanno particolarmente colpito i viaggiatori del tempo e attraverso i quali possiamo studiarle ancora oggi. Forse una delle maggiori di queste opere è la "Macchina di Marly" (Foto 8): un impianto di pompaggio per prelevare acqua dalla Senna fino ad un serbatoio sulla collina di Marly, sovrastante di 33 metri il parco della reggia di Versailles, per alimentarne le fontane. Altro esempio lo troviamo nel diario di viaggio di Pietro Guerrini in cui  una tavola mostra l'ingegno per alimentare l'acqua alla fontana della Samatitana posta sul Ponte Nuovo di Parigi (Foto 9) ed ancora un'altra veduta "che mostra in che maniera alzino l'acqua sulla torre ad Augusta" (Foto 10).

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Interessante la breve presentazione filmata di  Paola d'Orsi, attuale direttrice dell'Archivio, e collaboratori al link .


Una mostra breve, ma molto interessante e piuttosto insolita; un allestimento concepito con criterio didattico e di massima fruizione delle opere esposte (Foto 11).

Ringraziamo ancora una volta Massimo per la recensione e le foto. Sarebbe gradito che anche altri partecipanti si prendessero, ogni tanto, tale onere.