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foto 1 |
Segue
la ormai consueta recensione all’incontro di Massimo :
Eccoci
alla replica della visita al Museo del Treno-Hzero, in piazza
Ottaviani di Firenze.
La
prima volta è stata due anni fa, precisamente il 28 dicembre 2022,
come possiamo leggere sul nostro blog, nel post di quel giorno, al seguente LINK
Replica
necessaria perché la “1a edizione” non fu molto partecipata.
Oggi siamo in otto visitatori, tutti per la prima volta, escluso il
qui scrivente, e la (Foto 1) di gruppo lo dimostra; tale foto è
scattata da me mentre guardiamo, al termine della visita,
l’interessante documentario che descrive la nascita e lo sviluppo
di questo Museo, nato grazie alla passione per il modellismo e per le
ferrovie di Giuseppe Paternò Castello di San Giuliano.
Invito
a guardare il blog del Museo che troviamo al seguente LINK
Rispetto
a due anni fa, sono aumentate le offerte del Museo, sia come
iniziative di svago per famiglie e infanzia, sia per laboratori di
costruzione dei modelli e corsi di modellismo; altra novità è
l’apertura di un Bistrot completo di caffetteria e ristorante dal
menù ispirato alle pietanze del “viaggiatore ferroviario”.
Ricordiamo
che l’attrazione principale del Museo è il grande plastico in
scala H-zero (1 : 87) che non sto qui a descrivere nuovamente, ma che
si può leggere nella mia recensione della visita precedente al
solito link al post del nostro blog, già sopra indicato; in esso si
trova anche il link al breve filmato che composi per quella visita
dal quale si percepisce l’estensione e la bellezza di quest’opera
d’arte link diretto a YouTube: LINK
Aggiungo
qui solo qualche foto eseguite da angolazioni diverse da quelle del
filmato, tanto per evidenziare alcune curiosità tra le tante che
arricchiscono la riproduzione della vita reale in questa opera
gigantesca, fatta d’arte e di tecnica.
Una
delle prime ambientazioni colte nel filmato è una città di tipo
bavarese con la tipica chiesa, nella quale si nota all’esterno un
corteo nuziale (Foto 2) mentre in altra zona della stessa città
vediamo un edifico in costruzione (Foto 3).
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foto 2 |
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foto 3 |
Lungo
una strada collinare è ricostruito un luogo di ristoro per turisti,
con tanto di pulmann in sosta (Foto 4) e se guardiamo più in alto,
sulle rocce alpine, è riprodotto un castello arroccato e più in
basso transita il “treno rosso del Bernina” (Foto 5). Sul detto
castello, dal ponte levatoio, una coppia si affaccia a mirare la
valle, ovvero il plastico: sono l’ideatore Giuseppe Paternò e sua
moglie (Foto 6).
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foto 4 |
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foto 5 |
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foto 6 |
L’illuminazione
dell’ambiente in cui è allestito il plastico segue l’andamento
del dì, passando dall’alba al giorno, poi dal tramonto alla notte
(Foto 7), creando ulteriore realismo alle ambientazioni.
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foto 7 |
Sicuramente
questo plastico è il più grande d’Italia, e tra i più estesi del
mondo, con i suoi 280 m2 di superficie, quasi 1 km di binari, 121
semafori, 147 scambi, 359 tratte, dove possono sfrecciare oltre 70
treni in contemporanea, governati da un software da TAV.
Indubbiamente
chi si trova di fronte ad un simile plastico non può esimersi dal
fotografarlo, come ha fatto Pierluigi (Mina) che vediamo nella (Foto
8) e non in quella di gruppo, non avendo potuto assistere alla
proiezione del filmato. Anche chi non ha particolare interesse al
modellismo e ai treni rimane comunque affascinato da quanto
rappresentato in questo plastico; chiunque può percepire l’arte
degli artigiani che hanno costruito le cinque ambientazioni del
plastico, tutte con un realismo impressionante: monti, pianure,
colline, acque, strade, architetture ferroviarie e civili, automezzi,
situazioni della vita quotidiana, ecc.
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foto 8 |
È
una visita alla quale non si può mancare.
Ringraziamo
Massimo per la recensione della visita, e le foto.
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