domenica 16 febbraio 2025

Incontro di Mercoledi 12 Febbraio e AIUTO ...

 


I nomi potrete metterli voi andando sul blog ......

I nostri  incontri di metà mese sono un po’ un balsamo di socialità c’è chi se accorge e chi no. Resta il fatto che fanno tanto bene. Dispiace per i colleghi che vorrebbero ma non possono venire.

Tra i miei discorsi dell’incontro parlo di questo: Carlo Greco aveva mandato  giorni fa una foto di ex colleghi che conoscevo bene ma dei quali non ricordavo più il nome. Dopo mi ha mandato la foto sopra della pensione di Vezzosi con quasi tutti i nomi e anche tra quelli diversi non sarei stato più in grado di ricordare . Riscoprendoli mi si accendevano tante lampadine.

Nel nostro blog esiste un album con tante foto di colleghi. Ho riorganizzato il nostro album di vecchie foto e ho verificato che tutti possono aggiungere commenti alle foto. Ho pensato di chiedere l’aiuto degli ex colleghi per dare un nome di quelli che compaiono nelle foto e se volete potete aggiungere notizie sulle foto riportare fatti, date, luoghi.

Questo lo possono fare anche e soprattutto i colleghi che sono impossibilitati a partecipare agli incontri. Sarebbe bene che chi ha ancora vecchie foto dei colleghi me le mandi per aggiungerle nel nostro album.

E’ un po’ una sfida contro il tempo che vorrebbe cancellare i ricordi dalla nostra mente...

Quindi andate a QUESTO LINK cliccate sulla prima foto e scorretele potete aggiungere i nomi di quelli che conoscete e tutto quello che vi pare, insieme riusciremo a dare il nome ai nostri ex colleghi. .

E’ possibile che nascano problemi informatici non dovete arrendervi. Se ci fossero felice di “darvi una mano”.

Chi le guarda con lo smartphone deve fare click sulla foto e in basso compariranno 4 simboli, il rettangolino serve per i commenti … Per chi usa il PC è ancora più semplice.

Mi aspetto che collaborerete. Non mi deludete!

Grazie

Mauro Cappelli

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Ricordo l’incontro organizzativo di mercoledì 19 Febbraio alle ore 9,30 presso la Caffetteria Cavour, in via Cavour 148 / 5, all'angolo con via Venezia. Tutti sono invitati a partecipare o ad inviare suggerimenti per i prossimi incontri.

giovedì 13 febbraio 2025

Incontro di giovedì 6 febbraio 2025 - Visita alla Casa di Andrea del Sarto

Segue la recensione della visita  di Massimo :


foto 1

La mattina di giovedì 6 febbraio 2025 abbiamo avuto la possibilità di visitare uno dei tanti luoghi di “nicchia” che la città di Firenze sembra contenere in numero vertiginosamente grande.

Questa è stata la volta della Casa di Andrea del Sarto, celebre pittore esponente del Rinascimento fiorentino tra i più eccelsi, nato a Firenze nel 1486 e ivi morto di peste nel 1530.

La partecipazione, come si vede dalla (Foto 1) è stata di ben 15 persone, il massimo consentitoci per la visita.

La casa (Foto 2) si trova in via Gino Capponi 22 (in antico Via dell’Orto dei Serviti, poi di San Sebastiano quando i Pucci costruirono la cappella in SS. Annunziata), all’angolo con via Giuseppe Giusti (a quel tempo via del Mandorlo, dove ebbe uno dei suoi soggiorni, ai primo del Cinquecento, Michelangelo).

foto 2

Andrea del Sarto fece costruire questa casa nel 1520 al suo ritorno dalla Francia: in una zona abitata da diversi artisti, anche in epoche successive, in prossimità della SS. Annunziata dove, nel suo Chiostro grande, si erge la Cappella dei Pittori, ovvero di San Luca (già dedicata alla SS. Trinità) col sacello adibito a sepolcreto degli artisti.

Quando il pittore marchigiano Federico Zùccari (Sant’Angelo in Vado, Urbino, 1540 – Ancona, 1609) giunse a Firenze nel 1577 per completare agli affreschi della Cupola del Duomo, succedendo a Giorgio Vasari (+ 1574), acquistò la dimora dagli eredi di Andrea del Sarto il 25 di gennaio.

Per inciso, tutta la “trama degli affreschi” della Cupola furono concertati col canonico di Santa Maria del Fiore, Vincenzo Borghini che fu anche co-fondatore dell’Accademia del Disegno assieme allo scultore servita Montorsoli e Giorgio Vasari; a tal proposito lo Zùccari celebrò questo colloquio progettuale col Borghini con un disegno oggi conservato al Gabinetto dei Disegni e delle Stampe della Galleria degli Uffizi, qui nella (Foto 3); il pittore è l’uomo all’estremità sinistra con la tuba e alla sua sinistra il Borghini.

foto 3

Poco dopo l’acquisto, nel 1578, lo Zùccari cominciò a fondare l’edificio attiguo (Foto 4), separato dallo edificio di Andrea del Sarto da un giardino, con una facciata estrosa che è un unicum a Firenze, con un misto di laterizi e bugnato in pietraforte, grezza e lavorata (qualcosa di simile esiste solo al Palazzo Budini Gattai, ma nel caso di Palazzo Zuccari l'insieme è molto più originale e ardito); dimostrazione del suo talento artistico come pittore e architetto in una città che fino ad allora aveva già ospitato alcuni dei più conosciuti artisti a livello internazionale.

foto 4

Intenzione dello Zùccari era ben quella di affrescare tutta la casa acquistata, ma riuscì a compiere solo una sala al piano terreno, limitatamente alla volta e alle parti superiori delle pareti. Questa sala è stata l’oggetto principale della nostra visita qui recensita.

Il tema degli affreschi sono il “Tempo” e i “Cicli della Natura”. In particolare, nelle quattro lunette di ciascuna parete sono rappresentate le “Quattro stagioni” che si identificano per le attività loro tipiche. Secondo la mia opinione, quella dell’Inverno è la più significativa, in cui si raffigura un interno col focolare acceso, in uso nella cucina, e con la tavola apparecchiata alla quale siedono lo Zùccari stesso e sua moglie (Foto 5).

foto 5

La casa, dopo lo Zùccari, fu abitata da altri artisti noti; nel 1588 fu data in locazione al pittore Giovan Battista Paggi (Genova, 1554 – Genova, 1627) che poi gli fu venduta nel 1602 dallo stesso Zùccari, ormai gravosa da mantenere ed anche per fronteggiare le spese d’allestimento del proprio palazzo a Roma.

Il Paggi fece eseguire un affresco al piano superiore da allievi del Poccetti, però non oggetto di visita.

Nel Seicento lo studio servì ai pittori Jacopo Vignali (Pratovecchio, 1592 – Firenze, 1664), Baldassarre Franceschini detto il Volterrano (Volterra, 1611 – Firenze, 1690) e Carlo Dolci (Firenze, 1616 – 1686).

In tempi più recenti vi abitò anche lo scrittore Tommaso Landolfi (Pico, 1908 – Ronciglione, 1979).

Nel 1963 il palazzo su via Giusti subì un non troppo consono restauro della facciata, con rifacimenti del pietrame e dello stemma.

Dal 1987 i due corpi dell’edificio appartengono all’Associazione degli Amici del Kunsthistorisches Institut, dopo la donazione della Deutsche Bank, che ha finanziato anche, con altri sponsor, una serie di restauri tra il 1988 e il 2001.

Così, proprio contattando la Segreteria del Kunsthistorsches Institut di Firenze, abbiamo avuto il permesso di visitare la Casa di Andrea del Sarto – Zùccari.

Praticamente la nostra visita di oggi è stata sostanzialmente limitata ad una sala affrescata dallo Zùccari, ma che ha catturato l’interesse e l’ammirazione dei partecipanti. Tra questi, in particolare, il sempre collaborativo Marco Casini mi ha partecipato il suo sintetico ed esaustivo commento che, con sua licenza, trascrivo qui di seguito.

Anche se l'oggetto della visita non era un grande museo, le facciate e, soprattutto, la sala dei ricevimenti mi hanno colpito assai. In particolare ho apprezzato il genio dello Zuccari che ha adattato la sala al piano terreno, valorizzandola sotto l'aspetto spaziale e luminoso. Gli affreschi stimolano laicamente la fantasia, introducono effetti prospettici, colorano l'ambiente. Ci danno anche uno spaccato della vita quotidiana di allora (senza dimenticarci che si moriva giovani... e di peste !). Al soffitto Crono detta il tempo coi segni zodiacali e, attorno si susseguono le stagioni. Non importa se la vista sulla città non c'è. La confusione è relegata al di là dal muro perimetrale a est.”

Un mio breve filmato che trovate qui “linkato” tenta di descrivere quanto sopra.

Prima di concludere questa recensione dobbiamo ringraziare le gentili Sigg.re Ester Fasino e Eva Mussotter del Sekretariat del suindicato Kunsthistoriches Institut per averci concesso la visita a seguito di nostra richiesta come gruppo di pensionati.

Segue la recensione alla visita al museo della Scienza e della tecnica di Eugenio Stefani:

dopo la visita alla casa di Andrea del Castagno  ci siamo recati al vicino museo della Scienza e della tecnica. Dopo aver visitato il primo piano contenente  la parte merceologica del museo stesso  minerali, legnami, semi, eTc. siamo passati a visitare il gabinetto di fisica al pian terreno.

Il gabinetto contiene una moltitudine di strumenti  didattici inerenti i vari campi della fisica dalla meccanica alla elettrologia, dalla idraulica allo studio del suono e della illuminazione,  fotografia e altro..

in questo percorso siamo stati accompagnati dalla responsabile di tutta la collezione che ci ha illustrato la storia, l'evoluzione degli strumenti e il loro apporto per la conoscenza dei principi della fisica nei vari campi.

Seguono alcune foto degli oggetti del Museo :











Ringraziamo Massimo ed Eugenio per le recensioni e le foto.


giovedì 6 febbraio 2025

Incontro del 29 gennaio 2025 : visita agli Appartamenti Reali di Palazzo Pitti

 

foto 1

Segue la recensione della visita curata da Massimo :

Questa mattina, mercoledì 29 gennaio 2025, abbiamo fatto una delle più articolate visite a Palazzo Pitti rispetto a quelle passate; l’oggetto principale, questa volta, s’intitola: “Appartamenti Reali”.

Tali appartamenti occupano il primo piano dell’ala destra del palazzo e parte del braccio destro sul cortile dell’Ammannati e sono stati restituiti al pubblico dal 21 di questo mese, dopo cinque anni d’intensi restauri e un periodo di chiusura di oltre quindici anni, se non di più.

Ben inteso: non c’è prenotazione per la loro visita, ma l’accesso è contingentato al massimo di venti persone ad ogni ora, iniziando dalle ore dieci, previa iscrizione alle liste orarie disposte all’ingresso della Galleria Palatina, al primo piano. Così, per “afferrare” il primo turno, ci siamo trovati presto alla biglietteria in modo da salire al piano verso le ore 9.00 per l’iscrizione; in tutto sette partecipanti, come mostra la foto di gruppo (Foto 1) scattataci da un gentile impiegato della Galleria, appena usciti dagli Appartamenti.


Dopo l’iscrizione, con quasi un’ora di tempo prima dell’accesso agli Appartamenti, siamo scesi alla Caffetteria nel Cortile dell’Ammannati, approfittando così di visitare anche la “Cappella Palatina”, da pochi anni visibile quotidianamente, accesso dal portico dello stesso cortile, assieme al “Museo delle Icone” che contiene la collezione acquistata dal granduca lorenese Pietro Leopoldo, allestito negli ambienti circostanti la cappella.


Risaliti al primo piano, siamo entrati nella Sala Bianca, per l’occasione punto di ritrovo dei partecipanti alla visita degli Appartamenti. Il percorso attuale di visita è diverso da quello del passato e coinvolge ancora più ambienti, infatti un tempo si visitavano le sale che si affacciano sulla Piazza dei Pitti, per cui si entrava direttamente uscendo dalla Galleria Palatina.


Per inciso, in questi mesi, fino a marzo, la Sala Bianca espone un dipinto, restaurato, acquistato di recente dalle Gallerie per 450.000. €: “La Strega” (Foto 2) del pittore napoletano Salvator Rosa (Napoli, 1615 – Roma, 1673). Una tela che ci dà un’immagine inquietante e ricca di simboli esoterici dei quali il pittore “maledetto” era un cultore. Dopo questo periodo di esposizione temporanea entrerà permanentemente in mostra tra i dipinti del XVII secolo alla Galleria degli Uffizi.


foto 2

Il quartiere degli Appartamenti Reali fu realizzato come impianto nel periodo del governo di Cosimo III (sul trono dal 1670 al 1723) e il primo “inquilino” illustre fu il suo figlio primogenito: il Gran Principe Ferdinando (1663 – 1713), rimasto tale perché premorì al padre. Poi si sono succedute tre dinastie regali: quella dei granduchi lorenesi dal 1737 al 1799, interrotta dalla “parentesi napoleonica” fino al 1814, quindi ancora i Lorena fino al 1859 per concludere con i Savoia quando divennero re d’Italia. È facile pensare che ogni dinastia apportò alle decorazioni e all’arredamento il suo contributo, mosse anche dal mutare dei gusti e delle mode del tempo.




Attualmente, dopo i restauri, l’arredo è stato ripristinato come descritto nella documentazione della Guardaroba del 1911, ovvero all’anno in cui la Regina Margherita restituì il quartiere alla Galleria Palatina; descrizione che comprende tappezzerie, arredi, suppellettili, quadri e quant’altro, per non parlare dei rutilanti lampadari.



Il percorso attuale inizia dalla “Sala di Bona” (Foto 3) che è l’unica rimasta allo stato originale delle grandi sale affrescate da Bernardino Barbatelli detto Poccetti (Firenze, 1548 – ivi, 1612); le pitture rappresentano alcune imprese dei Cavalieri di Santo Stefano (ordine marinaio fondato da Cosimo I) durante il periodo di governo del Granduca Ferdinando I.


foto 3


Prima di proseguire, bisogna segnalare che è impossibile in queste righe dare una descrizione dettagliata di quanto è contenuto di prezioso e di storico in questi Appartamenti Reali; è gioco forza accontentarsi di una carrellata di foto qui presentate seguendo la visita passo, passo.


Dalla “Sala di Bona” si passa nella ”Anticamera del Re” e successivamente nel “Salotto Rosso” (Foto 4) e nello “Studio del Re” (Umberto I).


foto 4


Seguono: la “Camera da letto del Re” (Foto 5) e la “Sala dei Pappagalli” (Foto 6); da quest’ultima si accede al “Salotto della Regina” (Margherita) indicato anche come “Sala Gialla” e poi nella “Camera da letto della Regina” (Foto 7); queste ultime tre sale sono lungo la facciata anteriore del palazzo.


foto 5

foto 6

foto 7

Dalla Camera da letto della Regina si accede al “Gabinetto Ovale” (Foto 8) ovvero “Toletta della Regina” ed infine nel “Gabinetto Rotondo” (Foto 9) o “Sala da lavoro della Regina” dalla quale, se si aprisse la porta-finestra, si accederebbe alla terrazza sopra il rondò di ponente con vista panoramica sulla città.

foto 8

foto 9


A questo punto dobbiamo tornare indietro ripercorrendo le sale fino alla “Sala dei Pappagalli” da dove si raggiunge la “Cappella” (Foto 10) poi il “Salotto Celeste” (Foto 11), un tempo “Sala dei Cimbali”, che dà adito alla “Sala del Trono” (Foto 12) ed infine all’uscita dagli Appartamenti attraverso la “Sala Verde” (Foto 13) nella quale è tornato ad arredarla uno dei celebri stipi conservati a Pitti: lo stipo di “Vittoria della Rovere” (Foto 14).


foto 10


foto11


foto 12 

foto 13

foto 14

Maggiori dettagli concernenti le decorazioni e gli arredi della sale si possono leggere nel sito ufficiale delle Gallerie degli Uffizi; queste descrizioni le ho scaricate nel file qui allegato.

Usciti dagli Appartamenti passando per la Sala Verde, abbiamo fatto una veloce, ma interessante, visita alla Galleria Palatina, ricolma di pitture e ancora di statue e soprammobili; come spesso accade quando si fanno visite ripetute, anche questa volta abbiamo scoperto dei particolari e delle curiosità nascoste sfuggiti nel passato.

Faccio qui giusto due esempi di curiosità emerse nella visita.

Il primo esempio è relativo alla seconda sala della Galleria Palatina, nota come Galleria delle Statue; quest’ambiente all’origine era un portico affacciato sul cortile dell’Ammannati da dove i granduchi potevano assistere alle manifestazioni che si davano nel cortile stesso, in particolari occasioni; solo in epoca successiva il portico è stato tamponato, pur dotandolo di ampie finestre che ci danno ancora quella bella arci-fotografata prospettiva su Boboli.


Il secondo esempio è un inaspettato “Orecchio di Dioniso” nella Sala di Venere: si veda la (Foto 15) e si legga la sua didascalia.

foto 15


La visita è stata, come detto all’inizio, forse la più articolata di tante fatte nel passato e sicuramente ha entusiasmato tutti noi partecipanti.