Segue la recensione della visita di Massimo :
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La mattina di giovedì 6 febbraio 2025 abbiamo avuto la possibilità di visitare uno dei tanti luoghi di “nicchia” che la città di Firenze sembra contenere in numero vertiginosamente grande.
Questa è stata la volta della Casa di Andrea del Sarto, celebre pittore esponente del Rinascimento fiorentino tra i più eccelsi, nato a Firenze nel 1486 e ivi morto di peste nel 1530.
La partecipazione, come si vede dalla (Foto 1) è stata di ben 15 persone, il massimo consentitoci per la visita.
La casa (Foto 2) si trova in via Gino Capponi 22 (in antico Via dell’Orto dei Serviti, poi di San Sebastiano quando i Pucci costruirono la cappella in SS. Annunziata), all’angolo con via Giuseppe Giusti (a quel tempo via del Mandorlo, dove ebbe uno dei suoi soggiorni, ai primo del Cinquecento, Michelangelo).
foto 2 |
Andrea del Sarto fece costruire questa casa nel 1520 al suo ritorno dalla Francia: in una zona abitata da diversi artisti, anche in epoche successive, in prossimità della SS. Annunziata dove, nel suo Chiostro grande, si erge la Cappella dei Pittori, ovvero di San Luca (già dedicata alla SS. Trinità) col sacello adibito a sepolcreto degli artisti.
Quando il pittore marchigiano Federico Zùccari (Sant’Angelo in Vado, Urbino, 1540 – Ancona, 1609) giunse a Firenze nel 1577 per completare agli affreschi della Cupola del Duomo, succedendo a Giorgio Vasari (+ 1574), acquistò la dimora dagli eredi di Andrea del Sarto il 25 di gennaio.
Per inciso, tutta la “trama degli affreschi” della Cupola furono concertati col canonico di Santa Maria del Fiore, Vincenzo Borghini che fu anche co-fondatore dell’Accademia del Disegno assieme allo scultore servita Montorsoli e Giorgio Vasari; a tal proposito lo Zùccari celebrò questo colloquio progettuale col Borghini con un disegno oggi conservato al Gabinetto dei Disegni e delle Stampe della Galleria degli Uffizi, qui nella (Foto 3); il pittore è l’uomo all’estremità sinistra con la tuba e alla sua sinistra il Borghini.
foto 3 |
Poco dopo l’acquisto, nel 1578, lo Zùccari cominciò a fondare l’edificio attiguo (Foto 4), separato dallo edificio di Andrea del Sarto da un giardino, con una facciata estrosa che è un unicum a Firenze, con un misto di laterizi e bugnato in pietraforte, grezza e lavorata (qualcosa di simile esiste solo al Palazzo Budini Gattai, ma nel caso di Palazzo Zuccari l'insieme è molto più originale e ardito); dimostrazione del suo talento artistico come pittore e architetto in una città che fino ad allora aveva già ospitato alcuni dei più conosciuti artisti a livello internazionale.
foto 4 |
Intenzione dello Zùccari era ben quella di affrescare tutta la casa acquistata, ma riuscì a compiere solo una sala al piano terreno, limitatamente alla volta e alle parti superiori delle pareti. Questa sala è stata l’oggetto principale della nostra visita qui recensita.
Il tema degli affreschi sono il “Tempo” e i “Cicli della Natura”. In particolare, nelle quattro lunette di ciascuna parete sono rappresentate le “Quattro stagioni” che si identificano per le attività loro tipiche. Secondo la mia opinione, quella dell’Inverno è la più significativa, in cui si raffigura un interno col focolare acceso, in uso nella cucina, e con la tavola apparecchiata alla quale siedono lo Zùccari stesso e sua moglie (Foto 5).
foto 5 |
La casa, dopo lo Zùccari, fu abitata da altri artisti noti; nel 1588 fu data in locazione al pittore Giovan Battista Paggi (Genova, 1554 – Genova, 1627) che poi gli fu venduta nel 1602 dallo stesso Zùccari, ormai gravosa da mantenere ed anche per fronteggiare le spese d’allestimento del proprio palazzo a Roma.
Il Paggi fece eseguire un affresco al piano superiore da allievi del Poccetti, però non oggetto di visita.
Nel Seicento lo studio servì ai pittori Jacopo Vignali (Pratovecchio, 1592 – Firenze, 1664), Baldassarre Franceschini detto il Volterrano (Volterra, 1611 – Firenze, 1690) e Carlo Dolci (Firenze, 1616 – 1686).
In tempi più recenti vi abitò anche lo scrittore Tommaso Landolfi (Pico, 1908 – Ronciglione, 1979).
Nel 1963 il palazzo su via Giusti subì un non troppo consono restauro della facciata, con rifacimenti del pietrame e dello stemma.
Dal 1987 i due corpi dell’edificio appartengono all’Associazione degli Amici del Kunsthistorisches Institut, dopo la donazione della Deutsche Bank, che ha finanziato anche, con altri sponsor, una serie di restauri tra il 1988 e il 2001.
Così, proprio contattando la Segreteria del Kunsthistorsches Institut di Firenze, abbiamo avuto il permesso di visitare la Casa di Andrea del Sarto – Zùccari.
Praticamente la nostra visita di oggi è stata sostanzialmente limitata ad una sala affrescata dallo Zùccari, ma che ha catturato l’interesse e l’ammirazione dei partecipanti. Tra questi, in particolare, il sempre collaborativo Marco Casini mi ha partecipato il suo sintetico ed esaustivo commento che, con sua licenza, trascrivo qui di seguito.
“Anche se l'oggetto della visita non era un grande museo, le facciate e, soprattutto, la sala dei ricevimenti mi hanno colpito assai. In particolare ho apprezzato il genio dello Zuccari che ha adattato la sala al piano terreno, valorizzandola sotto l'aspetto spaziale e luminoso. Gli affreschi stimolano laicamente la fantasia, introducono effetti prospettici, colorano l'ambiente. Ci danno anche uno spaccato della vita quotidiana di allora (senza dimenticarci che si moriva giovani... e di peste !). Al soffitto Crono detta il tempo coi segni zodiacali e, attorno si susseguono le stagioni. Non importa se la vista sulla città non c'è. La confusione è relegata al di là dal muro perimetrale a est.”
Un mio breve filmato che trovate qui “linkato” tenta di descrivere quanto sopra.
Prima di concludere questa recensione dobbiamo ringraziare le gentili Sigg.re Ester Fasino e Eva Mussotter del Sekretariat del suindicato Kunsthistoriches Institut per averci concesso la visita a seguito di nostra richiesta come gruppo di pensionati.
Segue la recensione alla visita al museo della Scienza e della tecnica di Eugenio Stefani:
dopo la visita alla casa di Andrea del Castagno ci siamo recati al vicino museo della Scienza e della tecnica. Dopo aver visitato il primo piano contenente la parte merceologica del museo stesso minerali, legnami, semi, eTc. siamo passati a visitare il gabinetto di fisica al pian terreno.
Il gabinetto contiene una moltitudine di strumenti didattici inerenti i vari campi della fisica dalla meccanica alla elettrologia, dalla idraulica allo studio del suono e della illuminazione, fotografia e altro..
in questo percorso siamo stati accompagnati dalla responsabile di tutta la collezione che ci ha illustrato la storia, l'evoluzione degli strumenti e il loro apporto per la conoscenza dei principi della fisica nei vari campi.
Seguono alcune foto degli oggetti del Museo :
1 commento:
E anche questa ampissima rassegna di Arte e Tecnica me la sono persa involontariamente. Ma tanto, la dettagliatissima descrizione dei due luoghi con testo, foto e film, mi ha fatto, in realtà, entrare in ogni dettaglio.
Perdere il Museo della Scienza, mi è dispiaciuto un po’ di più.
Complimenti usuali e scontati a Massimo ed anche a Eugenio,
Carlo
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